Il 23 luglio 2000 scompare Sandro Paternostro, giornalista e conduttore televisivo italiano (n. 1922)
Paternostro esordisce nel giornalismo della carta stampata dopo la guerra come collaboratore del quotidiano L’Ora di Palermo, per continuare a Roma con Il Tempo e con altri quotidiani, passando infine nei primi anni cinquanta alla radio della RAI. Nel 1956 approda al Telegiornale Rai e successivamente diventa corrispondente da varie capitali estere. Corrispondente da Bonn negli anni ’60 e, successivamente, da Pechino, segue gli eventi della grande rivoluzione culturale cinese, raccontati con ironia sagacia. Proseguirà poi il lavoro di corrispondente della RAI da Londra, conducendo le sue cronache con professionismo e rigore pur senza rinunciare al gusto per la battuta sarcastica che lo fa diventare in quegli anni il giornalista più popolare dopo Ruggero Orlando.
Subito dopo il giornalista viene rilanciato da Piero Chiambretti come personaggio televisivo di Raitre. Chiambretti lo chiama a collaborare con lui in programmi quali Prove tecniche di Trasmissione (1989) e Servizi segreti (1993)
Il programma televisivo di maggiore successo di questo periodo è Diritto di replica (1993-1994), in cui si avvale della collaborazione di Fabio Fazio, Oreste De Fornari, Stefano Magagnoli ed Enrico Magrelli per realizzare servizi e interviste su temi controversi riguardanti l’attualità, la politica e il costume, e in cui conclude sempre le sue interviste con la “domanda delle cento pistole”.
Guarda la puntata di “Prove tecniche di trasmissione”, talk show condotto da Piero Chiambretti con Sandro Paternostro, Nanni Loy, Tatti Sanguineti, Helenio Herrera, Alessandro Cutolo, Gianluigi Marianini. Regia: Paolo Macioti. Il programma andava in onda la domenica pomeriggio da un tendone da circo posizionato in una città in cui aveva luogo una partita di calcio. Successivamente, a fine partita, Chiambretti si recava nel campo di calcio e faceva una moviola a modo suo imitando i goal o le azioni salienti della partita tenutasi in quello stadio. Si è trattato di uno dei primissimi format “metasportivi”, che hanno fatto del calcio uno spettacolo dentro lo spettacolo