Walter Matthau, (New York, 1° ottobre 1920 – Santa Monica, 1° luglio 2000), è stato uno degli attori statunitensi più famosi del mondo.
Nell’intervista proposta da Rai Teche Walter Matthau parla del ruolo di Albert Einstein interpretato nel film “Genio per amore”, diretto dal regista Fred Schepisi (1994). L’attore americano spiega la preparazione seguita per incarnare il fisico tedesco e, in particolare, l’attenzione riservata al modo di parlare dello scienziato, attraverso l’utilizzo dell’accento germanizzato della lingua inglese. Nell’ultimo brano dell’intervista Matthau si sofferma sul concetto di commedia, un genere cinematografico – dice – spesso sottovalutato professionalmente. Segue una intervista in studio all’attore Gianni Bonagura, doppiatore italiano di Walter Matthau nel film “Genio per amore”.
Attore cinematografico statunitense, Walter Matthau esordì a Broadway nel 1948 e, dopo molti lavori televisivi, fece la sua apparizione al cinema con “The Kentuckian” (1955) di Burt Lancaster. Dai primi ruoli apparentemente secondari, come quelli interpretati nei film “A face in the crowd” (1957) di Elia Kazan; “Charade” (1963) di Stanley Donen; “Fail safe” (1964) di Sidney Lumet, Matthau passò a ruoli da protagonista nei film “A guide for the married man” (Una guida per l’uomo sposato) del 1967, di Gene Kelly, “Hello, Dolly!” del 1969 ancora di Kelly, “Cactus flower” (Fiore di cactus) 1969 di Gene Saks. La sua notorietà cinematografica è legata a ruoli brillanti, cui sembrò destinato per il suo volto spesso serio e imbronciato che sapeva aprirsi in un ghigno beffardo e per la sua particolare andatura dinoccolata; fu il regista Billy Wilder a comprendere il potenziale comico dell’attore e a sceglierlo per “The fortune cookie” (Non per soldi… ma per denaro) (1966). Per questa interpretazione, che lo vide al fianco di Jack Lemmon, con cui formò una delle coppie più divertenti del cinema hollywoodiano, Matthau vinse l’Oscar nel 1967 come miglior attore non protagonista. Se l’incontro con Wilder gli aveva permesso di affermarsi nel cinema, fu in Jack Lemmon che Matthau trovò l’ideale compagno di lavoro e ‘spalla’ per gags (verbali e visive) in film di successo come “The odd couple” (La strana coppia, 1968) di Gene Saks, “The front page” (Prima pagina, 1974) di Billy Wilder e “The sunshine boys” (I ragazzi irresistibili, 1975) di Herbert Ross, per il quale Matthau ebbe una nomination all’Oscar. Nonostante i successi ottenuti. Dopo il feroce “Buddy Buddy” di Billy Wilder, che lo vide sempre al fianco di Jack Lemmon, Matthau proseguì con la commedia rosa “Hopscotch” (Due sotto il divano, 1980). Nell’ultima parte della sua carriera scelse di interpretare film originali e atipici, che lo imposero nuovamente all’attenzione del pubblico come, ad esempio, “Pirates” (1986) di Roman Polanski.