Paolo di Valmarana parla del successo in particolare di “La ragazza di Bube”, premio Strega 1960. Poi intervista Carlo Cassola sui motivi di rispondenza del pubblico al suo libro. Lo scrittore, sobriamente, si toglie qualche sassolino dalla scarpa sulle polemiche che avevano investito la sua opera. E fa ironia sui profeti della fine di un certo tipo di romanzo.
Carlo Cassola (Roma, 17 marzo 1917 – Montecarlo, 29 gennaio 1987) è stato uno scrittore, saggista e partigiano italiano.
Si affaccia alla letteratura all’incirca all’inizio della seconda guerra mondiale, dopo la prosa d’arte, esperienza a lui estranea, accanto all’ermetismo. Dell’ermetismo accoglieva il gusto dell’essenzialità, della poesia come assoluto, anche nella prosa (al di fuori dunque del «resoconto», della psicologia, delle determinazioni ideologiche e culturali sentite come ingombranti rispetto alla pura intelligenza spirituale del vivere), che egli interpretava, nel campo narrativo suo proprio, come attenzione esclusiva all’esistenziale
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