Ardito Desio (Palmanova, 18 aprile 1897 – Roma, 12 dicembre 2001) è stato un esploratore, geologo e accademico italiano.
Nel 1952 effettuò un’ispezione geologico-mineraria in Giordania per accertare la consistenza dei giacimenti fosfatiferi ed effettuò un viaggio preliminare in Pakistan e in India per predisporre una spedizione himalayana. Chiese allora il permesso al governo del Pakistan per tentare la scalata del K2 (8611 m), seconda cima del mondo per altezza. Siccome per il 1953 il permesso era già stato accordato alla spedizione nordamericana di Charles Houston, effettuò invece un rapido viaggio nel massiccio dell’Haramosh ove, per incarico del governo pakistano, prese in esame il problema del ghiacciaio Kuthiah che in tre mesi era progredito di 12 km, invadendo la valle sottostante. Di là proseguì per il ghiacciaio Baltoro, effettuando una ricognizione sino alle pendici del K2. Essendo fallita la spedizione americana, ottenne dal governo del Pakistan il permesso per la scalata del K2 e nel 1954 organizzò e diresse la spedizione italiana che scalò per la prima volta quella montagna, effettuando nel contempo una serie di indagini geologiche e geografiche e visitando, fra l’altro, i ghiacciai Biafo e Hispar, due fra i maggiori del Karakorum. Del suo volume sulla storia di quel viaggio sono state stampate 15 edizioni in 12 lingue. Dieci volumi di relazioni scientifiche sono stati pubblicati in lingua inglese. A questi vanno aggiunti un centinaio di scritti minori.
La spedizione al K2 del 1954 è stata una spedizione alpinistica italiana patrocinata dal Club Alpino Italiano, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Istituto Geografico Militare e dallo Stato italiano, e guidata da Ardito Desio. La spedizione portò il 31 luglio 1954, per la prima volta nella storia, al raggiungimento della vetta del K2, la seconda montagna più alta del mondo.
La via seguita fu lo Sperone degli Abruzzi e i due alpinisti che raggiunsero la vetta furono Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, con il supporto dell’intero gruppo. Un contributo fondamentale fu fornito da Walter Bonatti e Amir Mahdi che, con un’impresa senza precedenti e affrontando il rischio della morte in un forzato bivacco notturno a oltre 8100 metri, trasportarono a Compagnoni e a Lacedelli le bombole d’ossigeno rivelatesi poi essenziali al compimento della missione.
Guarda lo speciale del Tg1, del 1979, con una intervista a Ardito Desio
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