Nella ricorrenza dei cento anni dalla nascita di Vittorio Gassman (Genova, 1º settembre 1922 – Roma, 29 giugno 2000), le Teche Rai celebrano il grande attore su RaiPlay con una collezione dedicata ai suoi numerosi allestimenti teatrali realizzati per la televisione pubblica. Teatro Gassman è una raccolta che abbraccia infatti un trentennio di attività come interprete e direttore d’attori, tra i primi a confrontarsi con il nuovo medium fin dagli inizi della sua diffusione in Italia e con risultati sempre di altissimo livello, anche grazie all’apporto nella regia televisiva di professionisti del calibro di Franco Enriquez, Silverio Blasi, Maurizio Scaparro, Carlo Tuzii.
Già qualche anno prima della grande popolarità legata al cinema, come uno dei volti-simbolo della commedia all’italiana, l’enorme talento drammatico del Mattatore (soprannome del resto derivato proprio da un suo storico programma TV del 1959) raggiunse il pubblico del piccolo schermo trasferendo direttamente dalle tavole del palcoscenico alcuni memorabili adattamenti di classici di tutte le epoche del teatro.
Dall’esperienza del “Teatro d’Arte Italiano”, fondato nel 1952 con Luigi Squarzina, viene ad esempio la prima versione integrale rappresentata nel nostro Paese di “Amleto”, trasmessa in TV nel 1955. Nello stesso anno andarono in onda il “Kean – Genio e sregolatezza” di Dumas (nella riscrittura di Jean-Paul Sartre), con un personaggio perfetto per le capacità istrioniche del Mattatore, e un “Edipo re” da Sofocle nella traduzione di Salvatore Quasimodo, autore anche del testo italiano del successivo “Otello” (1957), un’edizione celeberrima in cui Gassman condivideva i due ruoli principali del Moro di Venezia e di Jago con un altro gigante della scena come Salvo Randone.
La proficua collaborazione di Gassman con la televisione continuò con gli adattamenti di opere tutt’altro che “facili” della letteratura italiana, quali le tragedie “Oreste” di Vittorio Alfieri (1958) e “Adelchi” di Alessandro Manzoni (1961): quest’ultima produzione, con la quale il Mattatore inaugurò nel 1960 gli spettacoli itineranti del suo “Teatro Popolare Italiano”, significò in particolare una coraggiosa sfida vinta anche sul piano del riscontro di pubblico.
Negli anni seguenti le apparizioni televisive del Gassman teatrale si diversificarono sempre di più: se da un lato nel 1964 un recital in occasione del quarto centenario della nascita di William Shakespeare è ancora una volta un omaggio alla tradizione, pur nell’ottica di farla dialogare con il presente (“Shakespeare secondo Gassman”), “DKBC” (1970) ha un taglio decisamente originale nel suo essere una prova d’attore “al quadrato” con brani ripresi da quattro scritti originariamente non concepiti per il teatro, di altrettanti grandi autori (Dostoevskij, Kafka, Beckett, Corso, dalle cui iniziali il titolo).
Dopo un altro piccolo gioiello come “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello (1970), negli anni ’70 Gassman torna alle grandi produzioni, innanzitutto con una straordinaria nuova versione di “Edipo re” (1977) in cui si avvale delle musiche di Luciano Berio ed è affiancato da altri mostri sacri come Tino Buazzelli, Lea Massari, Adolfo Celi e Gigi Proietti: da notare che la trasmissione dello spettacolo è accompagnata da uno speciale, “Gassman: una bottega per il teatro”, dove per la prima volta viene documentato il lavoro di allestimento, un vero e proprio laboratorio condotto dal Mattatore in particolare con i giovani interpreti del coro, quasi tutti neodiplomati dell’Accademia d’arte drammatica. Non è un caso che questi siano gli anni dei bilanci per Gassman, maestro desideroso di confrontarsi con le nuove leve del teatro italiano.
Il dialogo con la generazione più giovane emerge con chiarezza in spettacoli come l’incredibile tour de force “Gassman all’asta”, sette giorni di esibizioni al Teatro Tenda di Roma riassunti in quattro puntare trasmesse nel 1977, in cui Gassman ripercorre la propria carriera attraverso autori che sono per lui prediletti “cavalli di battaglia”. Ma è soprattutto con “Il gioco del teatro” (1980/81) che si conferma questa volontà di cercare un ideale passaggio di testimone: nelle tre serate del programma, in cui Gassman è affiancato dalla figlia Paola, viene messa in scena la stessa attività di formazione svolta con gli allievi della “Bottega del teatro” fondata a Firenze dall’attore, qui alle prese con l’allestimento di un testo di Luciano Codignola, “Fa male il teatro”, che è anche una riflessione sul senso più profondo di un mestiere e di una vita dedicata ad esso.
Vi proponiamo qui un estratto dall’Otello del 1957, la storica edizione con Salvo Randone nella parte di Jago, con duetti memorabili tra i due.