Rai Teche pubblica su RaiPlay “Una serata con Domenico Modugno”: a 30 anni dalla scomparsa del cantautore simbolo della canzone italiana, un prezioso documento d’archivio che consente di rivivere oggi il concerto di “Mimmo” alla Bussola di Viareggio dell’estate 1970. Nel video un estratto dal concerto in cui il pubblico a gran voce chiede a Modugno di cantare “Meraviglioso”.
In onda il 27 settembre di quell’anno, lo spettacolo fu presentato sul «Radiocorriere» come un vero e proprio show dedicato a “Mister Volare”. Quello di Domenico Modugno (Polignano a Mare, 9 gennaio 1928 – Lampedusa, 6 agosto 1994) è un grande ritorno alle scene e alle classifiche discografiche: dopo un periodo di difficoltà i dischi dell’artista vanno di nuovo a ruba e singoli quali “Come hai fatto” e “La Lontananza” rilanciano il cantante in vetta alle hit parade. A Lina Agostini, che lo intervista prima della serata, Modugno confessa: “tra me e il pubblico è successo un po’ quello che succede a due innamorati quando litigano e poi fanno pace e scoprono di volersi più bene di prima”. L’artista di Polignano a Mare torna a incantare il suo pubblico senza dover cedere a compromessi con il nuovo mercato discografico: la sua musica è quella inconfondibile di sempre, restano la passione, la sincerità, il puntiglio, le invenzioni, il tutto all’insegna di una poesia semplice, fatta di freschezza e di nostalgia.
Nella scaletta del concerto non mancano gli intramontabili classici da “Nel blu dipinto di blu” e “Piove” a “Vecchio frac” e “Meraviglioso” oltre alle rarità quali “Nessuna donna al mondo”, la versione originaria del brano che nell’interpretazione di Shirley Bassey diventò “Chi si vuol bene come noi”.
La musica è solo una delle tante vocazioni di Modugno: figura poliedrica dai mille talenti, la storia di “Mimmo” è anche quella del cinema e della televisione italiana. Nel 1959 “Nel blu dipinto di blu” diventa un film, firmato da Ettore Scola, Cesare Zavattini e Piero Tellini, in cui Modugno ha il privilegio di recitare e cantare al fianco di Vittorio De Sica. In televisione, sempre munito di chitarra, il cantante è tra i protagonisti de L’Alfiere, teleromanzo diretto da Anton Giulio Majano nell’epoca d’oro degli sceneggiati Rai. Tutti lo amano, tutti lo vogliono: anche Garinei e Giovannini gli affidano il ruolo di protagonista nella commedia musicale Rinaldo in Campo. Nel 1965 è la volta di Scaramouche per la regia di Daniele D’Anza; nel cast anche Carla Gravina, Raffaella Carrà e Liana Orfei. E ancora, nel 1977 è sul set della miniserie televisiva Don Giovanni in Sicilia, dal romanzo di Brancati, mentre nell’84 gira Western di cose nostre dai racconti di Sciascia.
Ricorrente la nota siciliana: lui che siciliano non era, amava confondersi con i timbri e il dialetto di una terra vicina. Suoni e colori di cui è intrisa anche la sua musica, divenuta colonna sonora del nostro Paese