“La società umana si è trasformata in una grande macchina di cui siamo ingranaggi” sostiene Serge Latouche intervistato da Luciano Minerva al Festival di Mantova nel 2006. E prosegue spiegando come tutti siamo ridotti allo stato di ingranaggi. Il legame sociale, secondo lo scrittore, tiene soltanto per questo inserimento negli ingranaggi nella megamacchina, ma non c’è più il legame tradizionale. Soltanto un sistema totalitario, come già l’avevano pensato Orwell o Aldous Huxley, può sostenere, secondo Latouche, una società tecnoeconomica così forte e così avanzata.
Serge Latouche, nato il 12 gennaio 1940 a Vannes (Francia), è un economista e filosofo francese, professore emerito di economia presso l’Université Paris‑Sud (Parigi XI) e noto per essere uno dei principali teorici del movimento della «decrescita». Laureato in scienze politiche, filosofia ed economia, ha sviluppato un pensiero critico verso l’orthodossia economica, denunciando l’economicismo, l’utilitarismo nelle scienze sociali e il concetto tradizionale di sviluppo, promuovendo invece un modello di società basato sulla sobrietà, la frugalità e la fine della crescita illimitata.



