Nel panorama delle trasposizioni televisive tratte da opere teatrali, “Le mani sporche” del 1978 occupa un posto speciale, non solo per la rilevanza politica e filosofica del testo originale di Jean-Paul Sartre (Parigi, 21 giugno 1905 – Parigi, 15 aprile 1980), ma anche per l’importanza storica dell’unico sceneggiato televisivo diretto dal regista Elio Petri. Nel video un monologo di Marcello Mastroianni, che interpreta Hoederer, qui al suo debutto televisivo.
“Le mani sporche” (Les Mains Sales) è una delle opere più controverse di Jean-Paul Sartre, scritta nel 1948 e ambientata in un immaginario Paese europeo chiamato Illiria, durante la Seconda Guerra Mondiale. Esplora temi come il potere, l’ideologia e la responsabilità individuale, in un contesto che mette in discussione il confine tra etica e politica.
Nel 1978, la Rai trasmette una versione in tre puntate dello sceneggiato. Elio Petri oltre alla regia curò anche la traduzione e l’adattamento del testo di Sartre. Lo sceneggiato segna anche il debutto televisivo di Marcello Mastroianni, che interpreta Hoederer, il leader del partito comunista dell’Illiria. Il personaggio incarna una visione pragmatica della politica, disposta a compromessi per ottenere risultati concreti, contrapposta alla rigida purezza ideologica di chi lo circonda.
La scelta di Petri di adattare Sartre per la televisione italiana rispondeva a un’urgenza politica e culturale: «Volevo fare “Le mani sporche”, in certi limiti, come se fosse un “Todo modo” dello stalinismo», dichiarò. Il riferimento è al suo film del 1976 in cui criticava la classe dirigente democristiana; qui, l’obiettivo era riflettere sullo “scheletro nell’armadio” dello stalinismo.



