“Nel mio universo letterario” dice Lelia Marouane “i miei personaggi sono molto incoerenti e la
mia scrittura si può definire dell’assurdo”. In questa intervista del 2005, realizzata da Luciano Minerva in una mostra di Michelangelo Pistoletto, la scrittrice spiega come il suo sia un “assurdo che ai personaggi appare molto logico e, spesso, il lettore li segue nella loro incoerenza e si fa coinvolgere dalla loro logica, lungo lo snodarsi dei capitoli, fino alla fine del libro”.
Leïla Marouane (pseudonimo di Leyla Zineb Mechentel) (Gerba, 1960) è una scrittrice e giornalista originaria dell’Algerina. Ha vissuto in prima persona le violenze e la discriminazione contro le donne. Vittima di un’aggressione nel 1990, si è rifugiata in Francia dove tuttora risiede e continua a battersi per i diritti delle donne. Tra le sue opere: La Ripudiata. Il fidanzato che mio padre scelse per mia madre (2001); Il castigo degli ipocriti (2006); Doppio ripudio (2008); Vita sessuale di un fervente musulmano a Parigi (2009).