Il 18 ottobre 1975, sull’onda del successo di Fantozzi, Paolo Villaggio riporta in TV Giandomenico Fracchia, suo “antenato” nato nel 1968 con “Giandomenico Fracchia – Sogni proibiti di uno di noi“. Trasmesse sul Programma Nazionale della Rai, le quattro puntate della miniserie furono dirette da Antonello Falqui.
Ambientata nel microcosmo di un ufficio popolato da colleghi zelanti e superiori autoritari, la serie mette in scena con tono surreale e graffiante le contraddizioni della società italiana dell’epoca: il conformismo, la burocrazia, la sudditanza verso il potere. Al centro di tutto, Giandomenico Fracchia, ragioniere timido e impacciato, schiacciato dal terribile cavalier Ulisse Acetti (Gianni Agus) e perdutamente innamorato della segretaria Maria Ruini (Ombretta Colli).
Accanto a loro, un vivace gruppo di personaggi secondari – il geometra Borioli (Gigi Reder), i ragionieri Maletti (Daniele Formica) e Vergiati (Enzo Garinei) e la intraprendente Maffioni (Graziella Polesinanti) – contribuisce a delineare un mondo tragicomico e perfettamente riconoscibile, specchio fedele della vita d’ufficio di molti italiani.
Girata in bianco e nero la serie si distingue per la sua struttura originale: una commedia musicale televisiva, che alterna numeri cantati e momenti di satira sociale. Non mancano i riferimenti a film, programmi e commedie musicali di successo, in un gioco meta-televisivo che riflette la vivacità culturale di quegli anni. La sigla di chiusura, “Facciamo finta che…”, cantata da Ombretta Colli con Paolo Villaggio e I 4 + 4 di Nora Orlandi, divenne presto un piccolo classico della televisione italiana.