Venti anni fa ci lasciava Tiziano Terzani (Firenze, 14 settembre 1938 – Pistoia, 28 luglio 2004). Rai Teche lo ricorda con il programma “Gli ultimi giorni di Saigon” del 1983 in cui il giornalista, inviato in Asia, viene intervistato sulla sua scelta di vivere a Pechino e racconta come assistette alla presa di potere dei comunisti a Saigon (ora Ho Chi Minh) nel 1975 durante la guerra in Vietnam.
Tiziano Terzani nasce a Firenze nel 1938 e, compiuti gli studi a Pisa, mette piede per la prima volta in Asia nel 1965, quando viene inviato in Giappone dall’Olivetti per tenere alcuni corsi aziendali. La decisione di esplorare, in tutte le sue dimensioni, il continente asiatico si realizza nel 1971, quando, ormai giornalista, si stabilisce a Singapore con la moglie (la scrittrice tedesca Angela Staude) e i due figli piccoli e comincia a collaborare con il prestigioso settimanale tedesco Der Spiegel come corrispondente dall’Asia (una collaborazione trentennale, durante la quale Terzani scriverà anche per la Repubblica, prima, e per il Corriere della Sera, poi).
Nel 1973 pubblica il suo primo volume: “Pelle di leopardo”, dedicato alla guerra in Vietnam. Nel 1975, rimasto a Saigon insieme a pochi altri giornalisti, assiste alla presa del potere da parte dei comunisti, e questa esperienza straordinaria ispira “Giai Phong! La liberazione di Saigon”, che viene tradotto in varie lingue e selezionato in America come Book of the Month. Nel 1979, dopo quattro anni passati a Hong Kong, si trasferisce, sempre con la famiglia, a Pechino. Nel 1981 pubblica “Holocaust in Kambodscha”, in cui descrive il viaggio a Phnom Penh compiuto subito dopo l’intervento vietnamita in Cambogia. Il lungo soggiorno in Cina si conclude nel 1984, quando Terzani viene arrestato per attività controrivoluzionaria e successivamente espulso. L’intensa esperienza cinese, e il suo drammatico epilogo, viene raccontato in “La porta proibita” (1985), pubblicato contemporaneamente in Italia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.