A cinquant’anni esatti dalla strage di piazza della Loggia a Brescia, le Teche Rai ricordano il tragico attentato del 28 maggio 1974 pubblicando su RaiPlay la pagina “Piazza della Loggia – Le voci dopo la strage”. Il documento proposto è un toccante filmato con le testimonianze raccolte nei giorni immediatamente successivi dai giornalisti Rai all’interno dei servizi realizzati per la trasmissione “Stasera”, rubrica d’approfondimento che negli anni ’70 aveva preso il posto del celebre “Tv7”. Nel video un estratto del programma.
La bomba venne fatta esplodere poco dopo le dieci del mattino del 28 maggio 1974, nel corso di un comizio unitario delle organizzazioni sindacali nella città lombarda, causando la morte di otto persone ed oltre un centinaio di feriti. In quel momento stava parlando l’esponente della CISL Franco Castrezzati: la manifestazione era stata infatti indetta dai sindacati confederali delle diverse tendenze politiche proprio per protestare contro la minaccia del terrorismo neofascista.
Nei brani presentati, che danno voce alla rabbia dei cittadini bresciani e al dolore dei famigliari delle vittime, emerge con forza la convinzione che anche e soprattutto in questo caso si fosse trattato di un feroce atto criminale volutamente pianificato per colpire il movimento operaio e più in generale le lotte portate avanti in quegli anni dai lavoratori. Spicca anche, nelle di dichiarazioni degli intervistati, un diffuso consenso sul rigettare l’idea di rispondere alla violenza con altra violenza.
La matrice di estrema destra e la più che probabile connessione della strage con la più vasta “strategia della tensione”, che negli anni ’70 avrebbe visto il coinvolgimento di settori deviati degli apparati di sicurezza dello Stato, sono state confermate però soltanto molto tempo dopo, al termine di un tormentato iter giudiziario. È del 20 giugno 2017 la sentenza definitiva della Corte di cassazione con la quale sono stati condannati, in qualità di mandante e di esecutore materiale, due ex appartenenti al gruppo “Ordine nuovo”, organizzazione terroristica di stampo appunto neofascista.
Resta, a mezzo secolo di distanza e al di là di una ormai consolidata verità giudiziaria, la necessità del ricordo per una delle pagine più buie della storia del nostro Paese: la doverosa riflessione su un passato spesso tutt’altro che pacificato vive anche grazie alla riscoperta della preziosa memoria audiovisiva custodita negli archivi della Rai.