Nella seconda parte della “Spedizione in Lucania” di Ernesto De Martino continua la raffigurazione della realtà tragica e suggestiva del mondo contadino e pastorale della regione e approfondisce altri motivi ispiratori della cultura popolare: la danza, in particolare la tarantella, come forma di corteggiamento, la fatica e il bisogno, che insidiano nel profondo la libera espressione degli affetti umani, la tempesta, un evento capace di dissolvere le speranze sulle quali la comunità vive, la morte, conseguenza inevitabile della fatica e del bisogno, rappresentata ritualmente dal lamento funebre, e la magia, vissuta come “un sistema di garanzie e di compensi per rendere sopportabile una storia che angoscia”.
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