Ricostruzione dell’omicidio del Commissario di Polizia Luigi Calabresi, attraverso le testimonianze di alcuni passanti che, al mattino del 17 maggio del 1972, si trovavano in via Cherubini a Milano. Nel contributo radiofonico è presente la testimonianza del medico di Pronto Soccorso dell’ospedale S. Carlo che cercò di rianimare il corpo già esanime del Commissario. Nel servizio è presente anche una sintesi delle vicende che hanno visto il Dott. Calabresi cadere sotto un’infamante campagna diffamatoria diretta dagli ambienti della sinistra extra parlamentare italiana, dopo la misteriosa morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, avvenuta durante un fermo per le indagini sulla strage di piazza Fontana, a Milano. In seguito, la Magistratura avrebbe poi istruito un’inchiesta interna a carico dei funzionari coinvolti nell’interrogatorio dell’anarchico Giuseppe Pinelli, tra i quali il Commissario Calabresi, per stabilire le cause e i responsabili del decesso dell’anarchico. Purtroppo l’esito dell’inchiesta, che scagionò il Commissario Calabresi dalle accuse, giunse tardivo, e non ne impedì l’omicidio che avvenne per mano di Ovidio Bompressi, secondo le dichiarazioni del pentito Leonardo Marino. Siamo a cavallo degli anni Settanta, nei cosiddetti “anni di piombo”, quando il clima di tensione e l’insicurezza nelle istituzioni videro alcuni dei magistrati e dei funzionari di Polizia, coinvolti in prima linea nelle indagini sull’estremismo politico, finire oggetto di minacce e di attentati da parte di gruppi di lotta armata e di terroristi.
Luigi Calabresi (Roma, 14 novembre 1937 – Milano, 17 maggio 1972) è stato un poliziotto italiano, funzionario di polizia. Vittima di un attentato terroristico, i cui esecutori e mandanti sono stati individuati solo dopo molti anni nelle persone di Ovidio Bompressi, Leonardo Marino, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri.
Calabresi è stato insignito della medaglia d’oro al merito civile alla memoria.