Riccardo Bacchelli (Bologna 19 aprile 1891), scrittore, socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia della Crusca e dell’Istituto lombardo di Scienze e Lettere, ricevette la laurea honoris causa dalle Università di Bologna e di Milano. Negli anni Sessanta co-diresse la collana Le letterature del mondo.
Fu autore di romanzi famosi come “Il mulino del Po”, frutto di un immane lavoro di ricerca nella cultura e nella storia locale che narra la saga di una famiglia ferrarese, dedita all’avventurosa professione di mugnai sulle rive ferraresi del fiume Po. A questo romanzo si ispirano uno sceneggiato televisivo prodotto dalla RAI, andato in onda nel 1963, e il film del 1949 diretto da Alberto Lattuada, Il mulino del Po. Altrettanto prolifica fu la produzione saggistica, lirica e teatrale di Bacchelli, che ne fanno uno del più fecondi letterati italiani. Collaborò con Sandro Bolchi alla sceneggiatura de I promessi sposi, sceneggiato televisivo RAI andato in onda nel 1967, ispirato all’omonimo romanzo di Alessandro Manzoni.
Bacchelli morì a Monza (dove era stato trasferito per ragioni economiche, dopo una lunga degenza in una nota clinica milanese, divenuta però troppo costosa per il Comune di Milano che si era accollato generosamente fino ad allora le ingenti spese di degenza) l’8 ottobre 1985, all’età di 94 anni.
La cosiddetta Legge Bacchelli (Legge n. 440 dell’8 agosto 1985) prevede l’erogazione di un vitalizio a quei cittadini che si siano distinti nel mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport, ma versino in condizioni d’indigenza. Il nome con cui la legge è nota al pubblico si deve proprio al grande scrittore Riccardo Bacchelli, che paradossalmente non ne beneficiò, poiché morì (l’8 ottobre 1985) prima che potesse percepirne la prima erogazione. La legge fu sollecitata da Maurizio Vitale, professore ordinario di Storia della Lingua italiana all’Università Statale di Milano (grande amico e consulente dello scrittore per le questioni strettamente linguistiche) e da Francesco Di Donato, oggi professore ordinario di Storia delle istituzioni politiche all’Università di Napoli Parthenope, allora giovane poco più che ventenne e legatissimo allo scrittore che alla morte gli avrebbe conferito molti dei suoi effetti personali.
Il programma “dieci minuti con…” dedica la puntata ad un incontro con lo scrittore, che, intervistato sia nel suo studio che nei pressi delle sponde del Po, parla del suo amore per il teatro e i viaggi e ricorda il suo romanzo “Il mulino del Po”.
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