Nascita di una dittatura è una delle più importanti inchieste storiche della televisione italiana, realizzata da Sergio Zavoli per i Servizi speciali del Telegiornale. Il programma, trasmesso in sei puntate tra il novembre e il dicembre 1972, rappresentò a mezzo secolo di distanza dalla “marcia su Roma” un significativo tentativo di bilancio sugli anni che portarono in Italia alla presa del potere da parte del fascismo, ricostruiti dal grande giornalista attraverso uno scrupoloso lavoro di preparazione. Zavoli si avvalse infatti, oltre che di una nutrita redazione di cui facevano parte Luciano Onder e Edek Osser, della consulenza scientifica degli storici Alberto Aquarone, Gaetano Arfé, Renzo De Felice, Gabriele De Rosa, Gastone Manacorda e Salvatore Valitutti, a garanzia di un approccio serio e obiettivo nel racconto dei fatti.
Al di là dell’indiscutibile rigore dell’operazione, “Nascita di una dittatura” si impone ancora oggi per l’ampio respiro della sua costruzione giornalistica, che affianca ai filmati dell’epoca oltre cinquanta interviste inedite ad altrettanti testimoni diretti degli eventi, esponenti sia dell’antifascismo che del fascismo, spesso alla loro unica apparizione televisiva. Proprio la ricchezza dei punti di vista è il cuore narrativo della trasmissione, in perfetto equilibrio tra il sobrio taglio documentaristico e la forza emotiva della memoria, cosi come la rarità di alcune testimonianze ne fa una fonte storica di prima mano: tra le tante personalità coinvolte da Zavoli spiccano Rachele Mussolini, Pietro Nenni, Giuseppe Prezzolini, Ferruccio Parri, Giovanni Gronchi, Umberto Terracini, Emilio Lussu, Lelio Basso, Amadeo Bordiga, Augusto De Marsanich, Giorgio Pini.
La resa “spettacolare” delle parole e dei volti dei protagonisti è inoltre assicurata da una messinscena modernissima, che sceglie di mostrare gli elementi dello studio (scenografia, telecamere, monitor, maxischermi) non solo per esaltare insieme al montaggio la tensione della cronaca dell’instaurarsi del regime mussoliniano, ma anche per sottolineare l’ineludibile lavoro di mediazione storico-giornalistica attuato tramite il piccolo schermo. Non è un caso che “Nascita di una dittatura” sia stato subito acclamato dalla critica (Premio Saint-Vincent 1973 per il giornalismo) e gratificato da un considerevole successo di pubblico, con una media di oltre 9 milioni di spettatori. A ulteriore conferma dello straordinario livello della produzione, va ricordato che nel 1983, dieci anni dopo la prima messa in onda, il ciclo venne riproposto da Zavoli esattamente com’era stato realizzato, con la sola aggiunta di una brevissima introduzione affidata a una delle voci più autorevoli tra quelle raccolte nel programma: quella del perseguitato antifascista Sandro Pertini, nel frattempo divenuto presidente della Repubblica.
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In alto la prima puntata, in onda il 10/11/1972
L’inchiesta di Zavoli parte dall’Italia alla vigilia della prima guerra mondiale, un Paese diviso tra neutralità e interventismo nel quale il socialista Mussolini sposa quest’ultima posizione. La lotta politica e le tensioni sociali si inaspriscono nel dopoguerra, e nel 1919 nascono i “Fasci di combattimento”, embrione del nascente fascismo. Tra le testimonianze raccolte, quelle di Rachele Mussolini, Pietro Nenni, Giuseppe Prezzolini, Ferruccio Parri, Giovanni Gronchi, Umberto Terracini; in questa versione trasmessa nel 1983, inoltre, la puntata è introdotta dalle parole dello stesso Zavoli e dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Qui sotto a seguire le altre puntate:
Puntata del 17/11/1972
Le elezioni del 1919 sanciscono la trasformazione del panorama politico italiano indotta dal conflitto mondiale: si affermano socialisti e popolari, la vecchia classe dirigente liberale è ridimensionata, mentre il movimento di Mussolini risulta nettamente sconfitto. La situazione è però in continua evoluzione: nel corso dei mesi che vedono l’impresa fiumana di D’Annunzio e le agitazioni operaie e contadine culminate nell’occupazione delle fabbriche del 1920, il fascismo si sposta sempre più a destra e riprende forza.
Puntata del 24/11/1972
La terza puntata parte dai fatti di Palazzo d’Accursio a Bologna, nel novembre 1920, per approfondire il tema della violenza abbracciata dal fascismo come metodo di lotta politica. Vengono analizzati i fenomeni dello squadrismo e del cosiddetto “fascismo agrario”, così come la debole risposta dello Stato e la crisi dei socialisti, che nel gennaio 1921 subiscono la scissione del neonato partito comunista. Nell’aprile di quello stesso anno 35 deputati fascisti entrano in Parlamento, e a novembre il movimento di Mussolini si trasforma in Partito Nazionale Fascista.
Puntata del 01/12/1972
Nell’estate 1922, di fronte alle continue violenze fasciste, i sindacati proclamano lo “sciopero legalitario” in difesa delle “libertà politiche e sindacali”. Sullo sfondo della passività del fragile governo Facta, il fascismo si prepara però a prendere il potere, combinando forza paramilitare e trattativa politica. Il 24 ottobre Mussolini concentra a Napoli migliaia di camicie nere: è la vigilia della “marcia su Roma”, che quattro giorni dopo, anche grazie alla mancata firma dello stato d’assedio da parte del re Vittorio Emanuele III, porterà il leader del PNF alla guida dell’esecutivo.
Puntata del 08/12/1972
Il 6 aprile 1924, dopo più di un anno di governo Mussolini, in un clima di intimidazioni si svolgono nuove elezioni politiche: la legge maggioritaria assegna la maggioranza al “listone” governativo egemonizzato dai fascisti. Il deputato socialista Giacomo Matteotti denuncia i brogli e le violenze squadriste durante la campagna elettorale, e il 10 giugno viene rapito e ucciso. Mentre un’ondata di sdegno in tutto il Paese investe il nascente regime, i partiti democratici d’opposizione decidono di lasciare i lavori parlamentari per protesta.
Puntata del 15/12/1972
Nell’autunno 1924 le opposizioni combattono la loro ultima battaglia contro il fascismo, senza però riuscire a mutare il quadro politico. Il 3 gennaio 1925 Mussolini annuncia alla Camera la definitiva svolta autoritaria del regime, con l’emanazione di provvedimenti quali arresti, scioglimenti di associazioni politiche, sequestri di giornali. Il completo instaurarsi della dittatura si ha dopo l’attentato di Anteo Zamboni allo stesso Mussolini il 31 ottobre 1926, che porta in pochi giorni a nuove misure repressive: tutti i partiti sono dichiarati disciolti, vengono istituiti il confino di polizia, la pena di morte e il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, davanti al quale sfileranno molti esponenti antifascisti, da Antonio Gramsci a Sandro Pertini.