Il 14 maggio del 1993 una bomba scoppia in via Fauro a Roma, l’obiettivo era Maurizio Costanzo. Nel filmato Giulio Borrelli incontra il giornalista insieme alla compagna Maria De Filippi, scampati per pochi secondi all’esplosione mentre si allontanavano in automobile dal Teatro Parioli dopo la registrazione dello show del conduttore televisivo.
Per la prima volta la ferocia di Cosa nostra arrivava nel cuore della capitale, provocando 24 feriti, gravi danni ai palazzi della zona e l’evacuazione di molti residenti dalle loro case. Era solo l’inizio. Per ricordare uno dei periodi più difficili vissuti dalla nostra democrazia Rai Teche presenta su RaiPlay “1993, l’anno delle bombe”, un’antologia di materiali d’archivio che ripercorre la serie di violentissimi attentati perpetrati dalla mafia a Roma, Firenze e Milano nell’arco di pochi mesi e, per la prima volta, su scala nazionale. Dopo gli assassinii di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 1992, un deciso cambio di passo nella strategia mafiosa.
Nei giorni dell’anniversario della strage di Capaci, infatti, un’altra bomba veniva fatta scoppiare in via dei Georgofili a Firenze all’una di notte del 27 maggio, uccidendo cinque persone e devastando parte del patrimonio artistico cittadino: la Torre dei Pulci e diverse porzioni del Corridoio vasariano e della Galleria d’Uffizi, comprese numerose opere d’arte custodite all’interno.
Culmine della sfida mafiosa allo Stato italiano, la “notte delle bombe” tra il 27 e il 28 luglio, quando a distanza di meno di un’ora ben tre ordigni furono fatti deflagrare a Milano e a Roma. Il primo attentato si verificò nel capoluogo lombardo in via Palestro, davanti al Padiglione d’arte contemporanea: cinque le vittime, un vigile urbano e tre pompieri accorsi per la segnalazione della fuoriuscita di fumo sospetto da una Fiat Uno, oltre al venditore ambulante Moussafir Driss, colpito da un pezzo di lamiera mentre dormiva su una panchina. Pochi minuti dopo mezzanotte altre due autobombe furono fatte esplodere nella capitale, prima in piazza San Giovanni in Laterano e poi davanti alla chiesa di San Giorgio in Velabro. In questo caso fortunatamente non vi furono morti, ma comunque rimasero ferite oltre venti persone e si registrarono gravissimi danni alle due chiese.
Il racconto dei telegiornali Rai in quei giorni, a partire dalle immagini arrivate nelle edizioni straordinarie delle prime ore, testimonia l’enorme impatto emotivo originato dagli eventi in un Paese che attraversava una complessa fase di transizione, tra la crisi della cosiddetta “prima repubblica”, l’inchiesta “Mani pulite” e il dibattito per una nuova legge elettorale maggioritaria.
Le edizioni straordinarie, i servizi, le dirette, gli speciali e gli approfondimenti, mettono in luce la peculiarità senza precedenti di questa drammatica stagione di attacchi mafiosi nelle città di tutta la penisola: Cosa nostra alzava il livello dello scontro scegliendo obiettivi altamente simbolici, sia personaggi pubblici appartenenti al mondo della comunicazione come Costanzo, sia monumenti e luoghi rappresentativi dell’identità culturale italiana.
Tra i momenti più forti del racconto giornalistico l’intervista al poeta Mario Luzi per “Uno Sette” sulla sua Firenze ferita dalla bomba del 27 maggio, o ancora l’accorato servizio di Bruno Vespa al seguito del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e di Giovanni Paolo II in visita alle chiese romane devastate dalle esplosioni di luglio: nelle parole del papa, un attacco portato al “cuore della Roma cristiana”.
Guarda l’antologia: “1993, l’anno delle bombe”.