Nel cinquantesimo anniversario dalla sua prima messa in onda, Rai Teche ripropone su RaiPlay lo sceneggiato “ESP”. Dopo il successo de “Il segno del comando”, il regista Daniele D’Anza si cimentò nuovamente col mondo del paranormale con questa miniserie in 4 puntate.
Nella scena riportata, il protagonista Gérard Croiset (interpretato da Paolo Stoppa), veggente olandese realmente esistito che ha cooperato con le forze dell’ordine alla soluzione di casi irrisolti, è con il prof.Wilhelm Tenhaeff (Ferruccio De Ceresa), che spiega il significato dell’acronimo del titolo, “ESP”: Extra Sensorial Perception.
Lo sceneggiato è andato in onda sul Programma Nazionale dal 27 maggio 1973. Il soggetto era di Flavio Nicolini con la consulenza scientifica di Emilio Servadio, psicanalista e parapsicologo. Tutti gli episodi raccontano fatti realmente accaduti e descritti in documenti conservati nell’archivio dell’Università di Utrecht. L’ex droghiere Gerard Croiset “vedeva” passato, presente e futuro. Era in grado di fare cose straordinarie come individuare il punto in cui era annegato un bambino disperso che non aveva mai visto, o di conoscere la storia di una persona che si sarebbe seduta su una sedia l’indomani solo sedendosi sulla sedia stessa.
ESP è stato uno spettacolo sorprendente ed insolito per il pubblico televisivo: era la prima volta che si presentava ai telespettatori l’affascinante mondo della parapsicologia, in uno sceneggiato che si inseriva nell’alveo del genere misterico che la Rai andava sperimentando in quegli anni, in un superamento delle serialità di intento squisitamente pedagogico che aveva caratterizzato la televisione pubblica fino a quel momento.
Le colonne sonore dello sceneggiato ESP sono di Egisto Macchi. Per realizzarle si era servito di un theremin, il più antico strumento che è possibile suonare senza contatto fisico fra l’esecutore e lo strumento stesso, una scelta senz’altro non casuale che ben si accorda con le vicende narrate e con le capacità telepatiche del protagonista. Il brano della sigla finale è stato invece eseguito alla tromba da Nini Rosso.
La tensione drammatica resta alta durante tutto il racconto grazie non solo al dipanarsi a ritmo incalzante delle vicende, ma alla personalità stessa di Croiset, così descritta da Nicolini:
“Il suo carattere oscilla tra l’estremo del buon umore quasi infantile, estroverso, e quello della cupezza e della concentrazione in sé. Distratto, provinciale, ma anche arguto; tenero e graffiante assieme. Croiset appare spesso nelle vesti di un modesto fortunato grand’uomo che a volte si vergogna della sua notorietà, ma anche del vanitoso che si sente diverso dagli altri e ci tiene a sottolinearlo. Professa semplici e solidi principi ed è teatrale, fino al compiacimento del gesto, all’invenzione della mimica adatta per questa o quella situazione. È un piccolo uomo pieno di contraddizioni e di fascino”.
Anche le riprese in bianco e nero hanno contribuito a donare fascino alla serie, camuffando la povertà degli ambienti e la semplicità dei trucchi impiegati.
Nonostante dimostri i suoi anni, grazie all’approccio originale e ai grandi nomi che hanno partecipato alla sua realizzazione, ESP ha saputo narrare un argomento tanto interessante quanto difficile da trattare in un modo assolutamente convincente anche per il pubblico odierno. Tali caratteristiche consentono di annoverare ESP fra gli sceneggiati capolavoro della televisione pubblica, finalmente nuovamente disponibile in versione digitale.