Il 28 agosto 1963 Martin Luther King, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani, tiene lo storico discorso “I have a dream” al termine della cosiddetta “marcia su Washington”, manifestazione per i diritti civili tenutasi durante la presidenza Kennedy.
A 60 anni dalla pronuncia di quelle parole assurte a simbolo di emancipazione e libertà, Rai Teche ripropone su RaiPlay la lunga intervista concessa da Martin Luther King (Atlanta, 15 gennaio 1929 – Memphis, 4 aprile 1968) a Ruggero Orlando nel 1966, quando il giornalista era corrispondente Rai da New York; “Un’ora con Martin Luther King”.
Nel corso dell’intervista, in onda il 22 aprile 1966, il leader illustra i cinque capisaldi su cui si basa la dottrina della non violenza: la continua ricerca della verità, sulla scia del movimento di Mahatma Gandhi il cui nome indiano satyagraha significava, emblematicamente, “forza della verità”; il rifiuto dell’idea che il fine giustifichi i mezzi, perché mezzi e fini di una lotta non possono essere in contraddizione fra loro; il principio del “non offendere”, poiché nei confronti dell’avversario, anche in stato di aperto conflitto, non si deve far ricorso alla violenza né fisica né verbale; l’idea che la sofferenza rappresenti una risorsa, una forza capace di accelerare la spinta alla trasformazione sociale; infine, la convinzione che progredire e migliorarsi siano un anelito insito alla natura umana.
Ruggero Orlando incalza poi Luther King sull’efficacia di un metodo non violento in un mondo che, di contro, pratica la violenza come metodo, e Martin Luther King traccia un distinguo fra non resistere al male e resistere con la non violenza, sottolineando il proposito di creare un movimento organizzato capace di rispondere con un’azione pronta ed efficace, seppure non violenta.
L’incontro col pastore protestante divenuto ispiratore di una vera e propria rivoluzione culturale è un’emozionante, preziosa testimonianza del ruolo fondamentale da lui rivestito nella storia dei diritti civili: il leader, come è tristemente noto, sarebbe stato ucciso da un fanatico esattamente due anni dopo, nell’aprile del 1968, mentre si trovava a Memphis per delle manifestazioni.