“Cosa ti è accaduto di bello quest’anno?” questa domanda posta a una serie di bambini è l’idea semplice, ma potente, che dà corpo a Un anno di più, film di Lorenza Mazzetti (Roma, 26 luglio 1927 – Roma, 4 gennaio 2020) andato in onda il 25 dicembre del 1960 e qui proposto da Rai Teche in ricordo della regista.
Il bilancio di un anno, tra avvenimenti internazionali e scorci di vita quotidiana, attraverso le voci di giovanissimi di diverse provenienze. Ci sono le bambine di un orfanotrofio, un ragazzo di Ostia che lavora con i cavalli a Villa Glori a Roma, una ragazzina di 8 anni orgogliosa di fare l’acrobata in un circo, il figlio dello scrittore William Demby, i mutilatini del don Gnocchi. Ne esce un ritratto realistico e a tratti commovente del 1960 visto con gli occhi innocenti, ma spesso molto acuti, dei più piccoli.
In questi giorni alla Festa del Cinema di Roma la regista è stata ricordata con il documentario Together with Lorenza Mazzetti di Brighid Lowe, ritratto dell’artista composto da interviste ed estratti dei suoi film. È stato proiettato il suo film più noto, Together, premiato a Cannes, nel quale la regista usa le parti in rovina della Londra del dopoguerra per dare vita a una rappresentazione poetica di una città popolata da bambini senza regole, miseri monolocali e dure realtà. Infine i due cortometraggi The Country Doctor e K (Metamorphosis).
Nata a Roma, Lorenza Mazzetti ha vissuto l’infanzia in Toscana con la zia Nina Mazzetti sposata a Robert Einstein, cugino del Premio Nobel Albert, che l’aveva adottata insieme alla gemella Paola. La sua famiglia adottiva fu assassinata dalle SS per rivalsa contro Einstein che si era rifugiato in America. Un evento che ha segnato tutta la sua vita e di cui ha raccolto i ricordi nel libro Il cielo cade, vincitore del Premio Viareggio nel 1962.
Andata a vivere a Londra nel dopoguerra per studiare cinema, con pochissimi soldi ma molte idee, nel 1953 firmò il suo primo film K. Grazie al successo ottenuto, nel 1956 realizzò il suo secondo film, Together, poi diventato il manifesto del futuro Free Cinema, firmato da Lindsay Anderson, Tony Richardson, Karel Reisz e dalla stessa Mazzetti. Il movimento metteva al primo posto la libertà, l’importanza dell’individuo e il significato della quotidianità. «Una spinta ad essere liberi e a dire quello che si vuole» disse la stessa regista in un’intervista.
Tornata in Italia, ha collaborato tra gli altri con Pier Paolo Pasolini con il quale ha anche tenuto una rubrica sul settimanale “Vie Nuove”. Ha diretto a Roma il Puppet Theatre e si è dedicata anche alla pittura. Nel 2004 ha pubblicato con Sellerio il racconto dei suoi anni nella capitale inglese nel libro Diario londinese.