Cosa vuol dire sentirsi minacciato? Cosa vuol dire provare paura? Sono alcune domande rivolte a Giovanni Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992) in una delle più lunghe interviste mai rilasciate alla TV pubblica, di cui qui riportiamo un estratto. L’intervista, disponibile integrale su RaiPlay, è andata in onda il 2 novembre 1990 su Rai 3 nell’ambito di una serie di puntate dedicate ai protagonisti della lotta alla criminalità organizzata.
Il magistrato siciliano si racconta ad Alfonso Madeo nel suo “ufficio-bunker” del Palazzo di Giustizia di Palermo, toccando diversi aspetti legati al proprio lavoro: la vita sotto scorta, l’attentato dell’Addaura, le difficoltà pratiche ed organizzative nel portare avanti l’attività di contrasto alla mafia.
Il video fa parte dell’antologia “Le parole di Falcone” che raccoglie tutte le interviste e le apparizioni televisive di Giovanni Falcone in Rai. Una raccolta di filmati delle Teche Rai che permetterà di ascoltare senza intermediazioni i suoi punti di vista su argomenti cruciali quali il maxiprocesso, il ruolo di Tommaso Buscetta, la mafia a Milano, l’uccisione di Dalla Chiesa, Chinnici e Grassi, nonché sul difficile mestiere di giudice antimafia. Fu proprio durante queste interviste concesse alla Rai – a giornalisti quali Biagi, Barbato, Santoro, Augias, Marrazzo, Sposini – che Falcone pronunciò alcune tra le sue frasi più famose, come per esempio “la mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”.
Il 23 maggio 1992 il magistrato viene assassinato nella strage di Capaci. L’esplosione di 400 kg di tritolo, collocato in fustini ad opera di “Cosa nostra”, nei pressi dello svincolo di Capaci, a pochi chilometri da Palermo, provoca la morte del magistrato, di sua moglie Francesca Morvillo e di tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.