Il 26 maggio del 1924 nasceva a New York Mike Bongiorno, destinato a diventare uno dei padri fondatori della televisione italiana. Cento anni dopo, le Teche Rai celebrano “il re dei quiz” pubblicando integralmente su RaiPlay la prima edizione di “Scommettiamo?”, il celebre “quiz a scommesse” divenuto rapidamente un appuntamento fisso per il pubblico italiano. La prima stagione va in onda da giovedì 16 dicembre 1976 e termina sei mesi dopo, il 16 giugno: 26 puntate che tutte le settimane richiamano più di 25 milioni di telespettatori. Nel video un estratto del programma.
D’altronde quello con “SuperMike” è un appuntamento a cui gli italiani si presentano puntuali già dal 13 dicembre del 1953: è Mike l’intervistatore della trasmissione sperimentale “Arrivi e Partenze”, una delle prime ad andare in onda anche qualche settimana dopo, quando domenica 3 gennaio 1954 Fulvia Colombo dà l’annuncio dell’inizio della regolare programmazione televisiva. Ma la sua voce suona già familiare all’epoca: prima di conquistare il piccolo-schermo, il debutto di Mike è in radio. Corrispondente per “La voce dell’America”, collabora con il Radiogiornale e prova a smussare l’accento americano con le lezioni di dizione di Maria Luisa Boncompagni.
Quando il conduttore italo-americano si misura con “Scommettiamo?” la scommessa è vinta in partenza. Il programma raccoglie l’eredità di due grandi quiz della televisione italiana: Rischiatutto, classe 1970, ma prima ancora Lascia o Raddoppia, andato in onda nel 1956. Trasmissioni cult, destinate a consacrare il mito di Mike e in grado di inchiodare al piccolo schermo un paese intero: bar affollati e strade deserte, cinema costretti a interrompere la programmazione, televisori tutti accesi in case affollate di ospiti accorsi per l’occasione. I giornali che pubblicano lunghi resoconti di quanto accaduto la sera prima e dedicano paginate intere ai campioni uscenti. Il nuovo divo è Mike Bongiorno, in grado di regalare all’Italia del boom il sogno della ricchezza a portata di telecomando.
Vent’anni dopo, il quiz si rivela intramontabile, la formula di Scommettiamo? è quella ormai collaudata: spettacolo leggero e ingenuo, all’insegna del gioco e dell’“Allegria!”. La mascotte: l’iconico cavallino disegnato da Bruno Bozzetto, protagonista della sigla e simbolo della trasmissione. Mike non è solo alla conduzione: Sabina Ciuffini passa il testimone e ad affiancarlo, questa volta, è Paola Manfrin. Sedici anni, femminista e progressista, l’assistente di Mike rifiuta l’appellativo di valletta e porta in studio un po’ di contraddittorio: tra scettici e ammiratori, riceve tantissime lettere in trasmissione. Ma la velata contestazione, eco di una televisione che inizia a perdere presa sul pubblico dei giovanissimi, non è l’unica novità di Scommettiamo?: lo strascico dell’Austerity si ripercuote sul budget e il bottino vola molto meno alto rispetto ai fasti di Rischiatutto. Un cambiamento che non basta a tarpare le ali di aspiranti campioncini che accorrono da tutta Italia.
I concorrenti, tre per puntata, si barcamenano tra le regole di un gioco ispirato all’ippica, provando ad orientarsi tra cabine, corse, quote e montepremi. Il momento più temuto è senz’altro quello della fatidica domanda “Handicap o Cavallino?” con cui Mike Bongiorno annuncia ai giocatori che stanno per sfidare la sorte. Paola Manfrin aziona una ruota con una leva e se esce “Handicap” il concorrente in testa è fortemente penalizzato. Due i supercampioni di questa prima edizione: Maria Teresa Lattanzi, fedelissima all’Inter, e Giuliano Canevacci, rimasto imbattuto. Dopo otto vittorie consecutive l’esperto di civiltà Maya si ritira: otto settimane di studio incessante hanno messo a dura prova il corpo e la mente. La fatica ha la meglio.
Ma a varcare la soglia dello studio milanese di Scommettiamo? non sono solo i supercampioni. A scrivere la storia del quiz saranno decine di uomini e donne di ogni età e provenienza, da Trento a Catania, studenti universitari e pensionati, insegnanti, commercianti, impiegati o atleti. Ma anche animali di ogni specie e dimensione: galline, cani o capre tibetane. E ancora, formaggi, vini, frappe, pesce fresco: il telequiz di Mike è una grande festa che accoglie i colori di un’Italia ancora (seppur per poco) in bianco e nero.