“Io sono un narratore. Un narratore prima di riempire una pagina bianca vede quello che deve narrare” Alberto Bevilacqua (Parma, 27 giugno 1934 – Roma, 9 settembre 2013) spiegava in questa intervista del 1979 come la tendenza innata all’arte e all’allestimento scenico gli derivasse dal quartiere Oltretorrente in cui era nato e cresciuto. Un luogo popolato di persone che lavoravano per il Teatro Regio. Rai Teche omaggia lo scrittore rendendo disponibile su RaiPlay “Bevilacqua: palcoscenico Parma”.
Il programma andò in onda il 3 maggio 1979. Faceva parte della serie “Un autore, una città” di Anna Benassi con la regia di Luigi Faccini. Raccontava il rapporto di alcuni dei maggiori scrittori italiani con le loro città d’origine: Giorgio Bassani e Ferrara, Alberto Moravia e Roma, Carlo Bernari e Napoli, Paolo Volponi e Urbino.
Bevilacqua racconta che Parma fu governata per molti anni da Maria Luisa d’Asburgo-Lorena che aveva chiamato nella cittadina emiliana artisti da ogni parte di Europa. La vivacità di quell’ambiente intellettuale è rimasta nel sangue dei parmigiani. Lo stesso Bevilacqua, del resto, racconta di aver lavorato da ragazzo all’allestimento di opere come l’Ernani e l’Otello.
Lo scrittore evidenzia il dualismo della città, divisa fra la sua anima sanguigna, piena di vita e colore, e la sua natura agraria, borghese. Le stesse donne di sua creazione letteraria sono continuamente attratte e respinte dalla “Parma bene’, in una bivalenza che ha danneggiato Parma e che tuttavia ha il merito di averci regalato capolavori artistici straordinariamente preziosi, come La Califfa.