In occasione del 50º anniversario dell’attentato al treno Italicus, Rai Teche pubblica su RaiPlay un’antologia su quanto accaduto nella tragica notte tra il 3 e il 4 agosto del 1974. La raccolta, “Italicus: memoria di una strage”, ripropone le due edizioni straordinarie del TG condotte da Tito Stagno, oltra a servizi che restituiscono, tramite le prime riprese effettuate sul posto dall’operatore Rai di Bologna Walter Breviglieri, momenti di angoscia e incredulità che lasciarono l’Italia con il fiato sospeso.
Il treno Espresso 1486 “Italicus” Roma-Brennero, diretto a Monaco di Baviera, è fermo sui binari poco dopo la galleria appenninica, vicino alla stazione di San Benedetto Val di Sambro. La carrozza n. 5 è gravemente danneggiata, l’impatto ha strappato via il tetto, i lati esterni sono anneriti e deformati dall’esplosione. Il metallo è contorto e le finestre sono distrutte, esce ancora del fumo.
I corpi dei 12 passeggeri, estratti dalle lamiere, sono adagiati in fila sulla banchina, coperti da un lenzuolo bianco. Immagini simbolo che testimoniano il tragico bilancio di questo atto di terrorismo.
Le telecamere Rai raggiungono anche i feriti ricoverati nell’ospedale Maggiore di Bologna. Il loro racconto è drammatico: tutti evocano il grande boato, l’odore aspro come di gomma bruciata, i vetri rotti e le fiamme, e riportano il grande coraggio di chi non ha esitato a soccorrere le vittime.
Sfilano infine le sequenze tratte dai funerali tenuti all’interno della Basilica di San Petronio a Bologna il 9 agosto 1974. Le bare, disposte solennemente di fronte all’altare, hanno ricevuto l’estremo saluto; tra queste spicca la bara bianca del piccolo Marco Russo. Fuori dalla Basilica, il sagrato è gremito di migliaia di persone assiepate sotto il sole. Tra le autorità presenti: il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, il Presidente del Consiglio Mariano Rumor, i segretari dei partiti, il Ministro dei Trasporti Preti e il Sindaco di Bologna Zangheri.
L’orrore e l’indignazione per l’atto terroristico sono palpabili, riflettono il dolore e la rabbia di un’intera nazione ferita dalla violenza negli anni della “strategia della tensione”. Oggi l’impegno collettivo a ricordare si rinnova anche attraverso la riscoperta di questi preziosi materiali d’archivio: ancora una volta le Teche si rivelano uno strumento privilegiato nel tenere traccia della nostra Storia.