Corrado Mantoni, per il grande pubblico semplicemente Corrado, per Totò il presentatore “scognomato”, nasce a Roma, il 2 agosto del 1924. È stato un pilastro della storia della radio e della televisione italiana. Qui lo ricordiamo in un celebre duetto con Raffaella Carrà a Canzonissima 1970 in cui emerge tutta la sua bravura e simpatia. Con Raffaella Corrado formò una delle coppie più amate del piccolo schermo ai tempi delle due storiche stagioni di Canzonissima del 1970 e del 1971.
Il varietà del sabato sera fu capace di tenere incollata al teleschermo tutta Italia. Su RaiPlay sono presenti tre stagioni: dalla conduzione di Corrado e Raffaella Carrà in Canzonissima ’70 e Canzonissima ’71 a quella di Pippo Baudo e Loretta Goggi in Canzonissima ’72. Fra i numerosi grandi ospiti Alberto Sordi, Monica Vitti, Gigi Proietti, Vittorio De Sica, Mariangela Melato; l’edizione 1971 vide la partecipazione fissa di Alighiero Noschese e in quella del 1972 fu ospite ricorrente Vittorio Gassman.
Un successo, quello di Canzonissima, che per Corrado non è una novità. Il suo esordio, non ancora ventenne è in radio, destinata a rimanere la sua passione di sempre: è il giugno del ’44, gli alleati entrano a Roma e a Via Asiago ferve l’attività. Nel maggio del ‘45, Corrado conduttore del radiogiornale annuncia la fine della Seconda guerra mondiale ai microfoni di Radio Roma. È solo l’inizio di una luminosa carriera radiofonica che lo vedrà presentatore di programmi di culto come Rosso e Nero, o La Corrida, entrambi talmente seguiti da approdare in televisione.
L’esordio in TV arriva nel 1960, con Controcanale, l’anno dopo è la volta di L’amico del giaguaro. Il successo si ripete: la sua voce è già nota, ma il suo stile gentile e bonario fa breccia anche sul piccolo schermo. In poco tempo Corrado diventa il volto di trasmissioni che hanno fatto la storia del quiz e del varietà televisivo del decennio ’60: tra questi La prova del nove, La trottola, Il Tappabuchi, Su e giù, A che gioco giochiamo. Presentatore e autore, spesso Corrado partecipa anche all’ideazione del programma, come Domenica in, la sua creatura più longeva, che conduce per le prime tre edizioni, dal 1976 in poi.
Ironico e affabile, quello di Corrado è il passo dei grandi maestri: un’eredità che riscopriamo oggi grazie all’immenso patrimonio audiovisivo custodito tra gli archivi RAI.