IL DOCUMENTARIO ALLA RADIO
ANDREA BORGNINO
Andrea Borgnino, responsabile di RaiPlay Sound, ci accompagna alla scoperta del mondo dei documentari radiofonici, tra i formati più antichi della Radio dove si usano voci e suoni per raccontare storie in maniera più approfondita e portare gli ascoltatori in luoghi distanti e situazioni diverse, una modalità narrativa tornata attualmente in auge grazie al mondo del podcast e dell’audio digitale.
Sulle frequenze di Radio Rai, dal dopoguerra fino alla fine degli anni Ottanta, questo genere ha rappresentato una vera e propria eccellenza del servizio pubblico. I radio documentari Rai hanno vinto premi in manifestazioni prestigiose come il Prix Italia (“Clausura” di Sergio Zavoli, vincitore del Prix Italia, 1958 e “Il Sottosopra” di Gianluca Stazi e Giuseppe Casu, vincitore del Prix Italia, 2018) e sono diventati uno standard per chi vuole avvicinarsi al racconto radiofonico della realtà.
Il racconto parte dagli anni Cinquanta per arrivare ai podcast contemporanei ed esplora per frammenti audio le punte più interessanti della produzione documentaria radiofonica:
“I barboni” (1950) di Roberto Costa è un toccante documentario ambientato a Milano sulle persone che, per una ragione o per l’altra, sono senza una casa o un’occupazione definita; “Firenze, agosto 1944” (1954) di Amerigo Gomez e Victor De Sanctis è la commovente testimonianza sugli ultimi drammatici giorni della liberazione di Firenze, attraverso la registrazione delle fasi più cruciali della lotta, nell’attesa dell’arrivo degli alleati. Con “Clausura” (1957) per la prima volta un microfono entra in un monastero di Carmelitane scalze: un avvenimento eccezionale realizzato fra le mura del Monastero di via Siepelunga di Bologna, senza contravvenire alle ferree regole dell’ordine grazie alle riprese sonore all’interno della comunità ad opera delle monache stesse. In “Giochi di fanciulli” (1969), l’autore e regista Giorgio Pressburger, si ispira al celebre quadro di Bruegel, grande rappresentazione dei divertimenti infantili fiamminghi, per un lavoro di improvvisazione teatrale con i bambini di una scuola elementare della cintura torinese, prendendo spunto dai fatti quotidiani e dall’ambiente in cui vivono.“Outis Topos – ovvero una ipotesi di Radio Futura” (1974) di Andrea Camilleri e Sergio Liberovici è un’esperienza di autogestione del mezzo radiofonico da parte dei cittadini, svolto in alcuni quartieri popolari di Torino. “A questo punto – Viaggio in un possibile Nord-Est prossimo venturo” (2013) di Jonathan Zenti, un viaggio alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo dopo la crisi economica del 2008, che ha segnato anche la fine del modello economico del Nord Est. “Il Sottosopra” (2018) di Gianluca Stazi e Giuseppe Casu è un viaggio sonoro nelle miniere della Sardegna del Sulcis-Iglesiente. “La mia vita al 4 Stelle – Diario di Dalila” (2019) di Alice Gussoni è il diario sonoro delle giornate di Dalila, una ragazza di venti anni, nata in Italia da una mamma italiana e da un papà arabo, che da oltre sei anni vive con i suoi fratellini e i genitori in un ex hotel occupato illegalmente alla periferia di Roma, insieme ad alcune centinaia di persone in emergenza abitativa.
“RAI, FRAMMENTI PER UN DISCORSO AMOROSO”, curato e organizzato da Susanna Gianandrea, responsabile di Rai Teche Mediateca “Dino Villani”, per la regia di Maria Baratta, è la serie dedicata ai 100 anni della Radio e ai 70 della Televisione.