Per l’ottantesimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo che ricorre quest’anno (1945 – 2025), Rai Teche presenta “La fabbrica e la risaia”, la prima di dieci puntate della serie “Il palinsesto della storia – Il ricordo della Resistenza”, in onda nel 1985 in occasione del quarantesimo anniversario. Nel video un’estratto del programma.
Le puntate sono state realizzate dall’autore e regista televisivo Bruno Gambarotta e dall’allora direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, Gianni Perona.
Il programma si basa sulla forza del racconto dei protagonisti che ricostruiscono rigorosamente i diversi aspetti della Resistenza piemontese e su un cospicuo numero di materiali di archivio cartaceo e fotografico. Come a seguire idealmente l’immagine della Resistenza che Calvino aveva dato nel romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno”, rappresentata dalla fusione di paesaggio e persone, la serie di Gambarotta è divisa in aree geografiche. Le puntate seconda, terza e quarta trattano i resoconti delle zone montuose (Val Chisone, Val Sangone, Val di Susa, Val di Lanzo e Canavese). La sesta, settima e ottava puntata si concentrano sulla città, sulle storie dei contadini di Alba, Langhe, Monferrato, Astigiano e Alessandrino. La prima e la quinta puntata trattano di Biella, Vercelli e Cuneo, mentre la nona e la decima puntata sono dedicate a operai e Resistenza a Torino: i bombardamenti, gli scioperi, le fabbriche e la persecuzione degli ebrei.
In particolare, “La fabbrica e la risaia” si concentra nell’area del biellese e del vercellese, prime zone operative della Resistenza in Piemonte. Le Prealpi a Nord e la serra coperta di boschi a ovest sono, dapprima, rifugi dei soldati sbandati poi basi per le prime bande partigiane che occupano i boschi lunghi i fiumi e la zona semideserta della Baraggia. Ne parlano gli allora partigiani dai nomi di battaglia come “Italo”, “Massimo”, “Ulcavo”, “Mastrilli” e le donne rimaste sole a gestire le attività dei campi e delle fabbriche, ma il cui ruolo non fu meno importante: dalla partecipazione alle agitazioni nelle piazze alla pericolosa attività di “staffetta”, dalla cura e dal rifocillamento di feriti e sbandati alla raccolta di armi, munizioni e indumenti.
L’intera serie è stata realizzata grazie anche alla concessione di documenti e fotografie storiche provenienti dagli Istituti storici come l’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia; l’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Giorgio Agosti”; l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Cuneo; la Biblioteca Civica “Costantino Nigra” di Ivrea; Il Centro Studi “Beppe Fenoglio”; l’Archivio del Comune di Alba; l’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in provincia di Asti; l’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in provincia di Alessandria “Carlo Gilardenghi”; la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC, Milano; l’Archivio delle Tradizioni e del Costume Ebraici B. e A. Terracini di Torino; la Comunità Ebraica di Torino; la Biblioteca Emanuele Artom di Torino.