Uno sceneggiato in 3 puntate del 1977 racconta la vita tormentata e visionaria del pittore “naïf” Antonio Ligabue (già Antonio Laccabue; Zurigo, 18 dicembre 1899 – Gualtieri, 27 maggio 1965), un’esistenza dolorosa segnata da solitudine e disagio psichico.
Antonio Ligabue dopo il matrimonio della madre, fu riconosciuto da Bonfiglio Laccabue, ma da adulto preferì il cognome Ligabue. L’infanzia fu segnata da malattie, disagio economico e instabilità scolastica. Ricoverato più volte in ospedali psichiatrici per crisi nervose, fu espulso dalla Svizzera nel 1919 e mandato a Gualtieri, in Italia, dove iniziò a dipingere. L’incontro con Renato Marino Mazzacurati nel 1928 segnò l’inizio della sua vera carriera artistica. Nonostante i numerosi ricoveri psichiatrici, continuò a creare opere intense e visionarie. Negli anni ’50 ottenne finalmente riconoscimenti e mostre. La sua arte, espressione profonda di solitudine e desiderio di libertà, è oggi ampiamente celebrata.
Tra gli interpreti di questo sceneggiato biografico, Flavio Bucci nel ruolo di Ligabue, Pamela Villoresi, Giuseppe Pambieri e Alessandro Haber. Regia di Salvatore Nocita.