“Io odio il termine heavy metal!” esordisce così Ozzy Osbourne (Birmingham, 3 dicembre 1948 – Birmingham, 22 luglio 2025) in questa intervista a Discoring del 28 aprile 1989 a cura di Kay Sandvick nota anche come Kay Rush. Il cantante spiega come molte band come Poison, Bon Jovi o Whitesnake hanno inquinato il genere facendo di fatto pop rock: il termine heavy metal a suo dire racchiude ormai gruppi eterogenei come i Suicidal Tendencies, band di crossover tra hardcore punk e thrash metal, che di fatto non fa heavy metal.
Nell’intervista prosegue parlando del suo chitarrista Zakk Wylde, non solo bravo tecnicamente, ma dotato del carattere giusto: “mi dà la forza e l’ispirazione quando sono giù” dice Osbourne. Secondo il cantante, una band è come una squadra di calcio: ha bisogno di incitamenti in campo per andare avanti.
Osbourne parla poi del suo essere diventato famoso come voce dei Black Sabbath e di come la sua carriera sia andata avanti da solista grazie a una intuizione della sua manager Sharon Levy, poi diventata sua moglie. Nel dialogo c’è anche un ricordo del grande Randy Rhoads, chitarrista con cui Ozzy Osbourne ha collaborato realizzando due epici dischi “Blizzard of Ozz” e “Diary of a Madman” e che morì in un incidente aereo nel 1982.
Di fronte alla domanda sul tipo di musica preferito, Osbourne risponde: Peter Gabriel, Phil Collins, i Genesis, i Beatles. A riprova dell’anima creativa e mai scontata di un’artista che ha lasciato la sua traccia nella storia della musica.