Il mondo della musica piange la scomparsa di Ozzy Osbourne (Birmingham, 3 dicembre 1948 – Birmingham, 22 luglio 2025) lasciando un vuoto nel cuore di milioni di fan. Icona indiscussa dell’heavy metal, Osbourne ha segnato decenni di storia musicale con la sua voce inconfondibile, la sua personalità controversa e il suo talento fuori dal comune.
Divenuto celebre come voce dei leggendari Black Sabbath, Ozzy ha dato forma, insieme a Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward, a un nuovo genere musicale: un heavy metal oscuro e potente che ha rivoluzionato gli anni Settanta. Ma la sua carriera non si è fermata lì: dopo essere stato allontanato dalla band nel 1979, Osbourne ha intrapreso una fortuna carriera solista, distinguendosi ancora una volta per la sua capacità di reinventarsi e di circondarsi di musicisti di altissimo livello.
Tra i tanti che hanno condiviso il palco e lo studio con lui, brillano tre chitarristi divenuti leggendari al suo fianco: il grande Randy Rhoads, la cui tecnica neoclassica ha elevato l’heavy metal a nuove vette; Jake E. Lee, autore di riff potenti e memorabili, come quelli dell’album Bark at the Moon; e Zakk Wylde, fedele scudiero musicale del Madman per oltre tre decenni.
Proprio Bark at the Moon viene qui riproposta eseguita all’interno di uno studio televisivo nella trasmissione di Rai Tre L’Orecchiocchio, andata in onda il 23 marzo 1984. Un momento raro e potente, in cui l’energia di Ozzy si mescolava con l’estetica televisiva dell’epoca, portando, cosa non usuale, il metal in televisione.
Ozzy Osbourne non è stato solo un cantante: è stato un simbolo, un ribelle, un innovatore. Ha saputo incarnare il lato più oscuro e affascinante del rock, portando con sé un’aura che ha ispirato generazioni di artisti. La sua musica continuerà a vivere, ad urlare, a graffiare, come un ululato alla luna.



