I grandi protagonisti della musica mondiale rispondono alle domande del “Questionario Proust”: dal compositore preferito, al peggior difetto, all’idea di infelicità e di felicità. Un estratto dall’ultima puntata del programma di Luciano Berio, C’è musica e musica, che Rai Teche ricorda in occasione dei 20 anni dalla morte del compositore.
Il programma accompagna il pubblico della televisione in un viaggio alla scoperta della musica del presente e delle sue radici storiche e culturali. In C’è musica e musica, in onda nella primavera del 1972, la musica nella sua molteplicità e varietà – da quella strumentale a quella vocale, dalla danza al teatro lirico, dal pop all’elettronica – viene non solo raccontata ma fatta vivere allo spettatore attraverso un mosaico di incontri con musicisti, compositori, registi, sperimentatori, pionieri della musica del Novecento. Oltre settanta i protagonisti del panorama culturale mondiale che Berio intervista, ascolta, riprende, segue durante prove e allestimenti, lezioni e passeggiate. Fra questi: John Cage, Karlheinz Stockhausen, Bruno Maderna, Pierre Boulez, Luigi Nono, Aaron Copland, Györgi Ligeti, Leonard Bernstein, Goffredo Petrassi, Diego Carpitella.
Scritte e condotte da Berio, con la curatela di Vittoria Ottolenghi e la regia di Gianfranco Mingozzi, le 12 puntate del programma richiesero ben due anni di lavoro a cavallo tra Europa e Stati Uniti.
Il frutto di questo immenso sforzo produttivo è uno straordinario prodotto televisivo in cui il materiale filmato viene utilizzato proprio come se fosse materia per una composizione musicale fatta di “objets trouvés”.
Come dichiara Berio:
Ho lasciato parlare gli altri e, almeno apparentemente, mi sono spesso staccato dal contenuto di questa incredibile “carrellata” intercontinentale sulla musica di oggi cercando di portare in relazione i volti, le parole, le azioni e i suoni che si sono avvicendati di fronte alla macchina da presa come fossero gli elementi obiettivi di una forma musicale.
Il risultato, mi sembra, è una serie di programmi dove, proprio come nella musica, oggetto e soggetto si identificano e rispondono, a loro modo, a una mia profonda convinzione, cioè che ogni tipo di comportamento umano può diventare “musica”, può essere valutato e riscoperto alla luce di una drammaturgia musicale: anche un comportamento silenzioso.
Dagli interrogativi sull’essenza e sulla definizione della musica si apre un viaggio che attraversa i più vari generi strumentali e vocali, dal folk al pop, dai madrigali alla musica elettronica, passando per la musica in teatro e per la danza. Il tutto costruito con scorci sulla vita concreta di chi la musica l’ha scelta come mestiere, di chi la studia, la pratica, la scrive, impreziositi da riflessioni profonde delle più autorevoli menti musicali del Novecento su questioni della più viva attualità: la situazione della didattica musicale nei conservatori e nelle scuole, le prospettive delle orchestre, il complesso rapporto tra musica e politica, tra arte e protesta, tra impegno creativo e impegno sociale.
Dodici episodi che sono “…quasi documentari, quasi teatro, quasi musica e quasi divertimento, diversissimi tra loro come i brani di una Suite di Danze”, a un tempo didattica e divulgazione, intrattenimento e approfondimento, racconto e ascolto.
Il fine ultimo?
Dare una struttura musicale a un insieme di informazioni concrete sulla musica e suggerire costantemente diversi piani di comprensione delle cose in modo che le parole e le azioni mie e degli altri abbiano sempre e comunque un senso anche per quelli che, chissà come, vivono lontano dalla musica.
La trasmissione integrale è disponibile nella fascia Teche su RaiPlay: C’è musica e musica