Gianni Minà (Torino, 17 maggio 1938 – Roma, 27 marzo 2023), una delle pietre miliari del giornalismo italiano, ha percorso, attraverso le sue interviste, un pezzo di storia della televisione, della cultura, dello sport, della musica.
Il suo stile inconfondibile, rispettoso e al contempo intenso, amichevole e tuttavia rigoroso, gli ha consentito di avvicinare numerosissimi personaggi di spicco del panorama internazionale, facendoli assurgere da semplici intervistati a graditi interlocutori di chiacchierate più intime.
Il suo nome è indissolubilmente legato a “Blitz”, programma-contenitore della domenica pomeriggio andato in onda su Rai2 a partire dal 22 novembre 1981. La lunga diretta condotta da Minà mescolava sapientemente sport, spettacolo e un’inedita capacità di intervistare empaticamente i grandi personaggi.
Nella puntata qui proposta, dedicata al cantautore statunitense Bob Dylan e andata in onda il 4 aprile 1982 il primo ospite è Antonello Venditti, col quale Minà ricorda la vera natura del cantautore al di là del mito che i suoi fan hanno costruito attorno alla sua figura. In collegamento Dave Van Ronk, musicista statunitense che conosceva personalmente Dylan. Venditti parla della rabbia espressa nelle canzoni dei cantautori degli anni della contestazione e successivi. Il gruppo degli Stormy Six, fra gli esponenti del primo rock italiano, cantano “Union Maid” di Woody Guthrie. Dal Palazzo dello Sport di Genova Fabrizio De André: dopo aver cantato “Quello che non ho”, in una delle rarissime interviste concesse, parla della scissione fra l’uomo e l’artista che si consuma in lui.
Tutte le puntate della prima stagione di Blitz sono disponibili nella fascia Teche su RaiPlay. Tra queste sono rimaste particolarmente iconiche quelle dedicate a Cassius Clay, Enzo Jannacci, Pupi Avati, Vittorio Gassman, Domenico Modugno e Miguel Bosé. Apre l’antologia un’intervista esclusiva a Gianni Minà. Guardale qui.