Le Teche Rai omaggiano a cento anni dalla nascita Eugenio Scalfari (Civitavecchia 6 aprile 1924 – Roma 14 luglio 2022), dedicandogli su RaiPlay la pubblicazione “La Repubblica di Eugenio Scalfari”. Il ricordo di uno dei più grandi e influenti giornalisti italiani della seconda metà del ‘900 è affidato alla riproposizione di uno Speciale Tg1 del gennaio 1996. Nello speciale, Scalfari si raccontava in una lunga conversazione con Bruno Mobrici. L’occasione era il ventennale del giornale da lui fondato e diretto, “la Repubblica” (nel video un estratto dell’intervista).
Il nome di Eugenio Scalfari è infatti legato indissolubilmente al quotidiano nato nel 1976. Un giornale che si è imposto nel giro di pochi anni tra le principali testate italiane. Spesso in competizione con il “Corriere della Sera” per il primato delle copie vendute.
Il successo conseguito nel tempo dalla “Repubblica” è tale da aver portato il giornale e il suo direttore storico a ricoprire a lungo un ruolo di primo piano nel dibattito pubblico e nella stessa vita politica nazionale. La loro rilevanza nella storia d’Italia più recente è un dato di fatto. Lo confermano dalle testimonianze raccolte nel servizio del Tg1. Tra gli altri: Vittorio Feltri e Walter Veltroni, Claudio Martelli e Giorgio Forattini, quest’ultimo per oltre due decenni vignettista della prima pagina del quotidiano romano.
Nei tre quarti d’ora dell’intervista Scalfari fa in un certo senso il punto sulla propria carriera. Iniziata negli anni ’50 con le collaborazioni a periodici quali “Il Mondo” o “L’Europeo” e poi proseguita con “L’Espresso” da lui diretto negli anni ’60. Il giornalista riflette quindi sull’esperienza di direttore e “padre” di una grande ed autorevole testata. Del resto solo pochi mesi dopo, nel maggio del 1996, avrebbe lasciato il timone della “Repubblica” ad Ezio Mauro.
L’avventura professionale di Scalfari e della sua creatura di carta stampata è rievocata anche da un raro servizio del 14 gennaio 1976, giorno dell’uscita del primo numero del giornale. Il fondatore vi rivendicava con forza la novità dell’offerta e soprattutto la serietà e credibilità. Una linea editoriale dichiaratamente riconducibile all’area politica della sinistra, ma comunque determinata nel non voler fare sconti a nessuno.