Nel 150° anniversario della nascita di Maurice Ravel (Ciboure, 7 marzo 1875 – Parigi, 28 dicembre 1937) Rai Teche pubblica su RaiPlay “Martha Argerich suona Ravel”: il Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra, uno dei capolavori del compositore, nella straordinaria interpretazione di Martha Argerich e Claudio Abbado con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma, registrata l’8 febbraio 1969. Nel video l’incipit del concerto.
Fra le ultime composizioni di Ravel, il Concerto in sol venne eseguito per la prima volta a Parigi nel 1932, sotto la direzione del compositore e con la pianista Marguerite Long: divenne, insieme al coevo Concerto in re per la mano sinistra, un brano simbolo del repertorio pianistico da concerto. Si tratta di un’opera scritta “nello stile di Mozart e di Saint-Saëns”, come dichiarò lo stesso compositore al critico Michel-Dimitri Calvocoressi in un’intervista del 1931, in cui si intessono elementi eterogenei, dal folklore al jazz, dalle atmosfere da music-hall alle suggestioni circensi.
Con un colpo di frusta si apre il primo movimento, Allegramente: in esso prendono vita vere e proprie acrobazie pianistiche, tra virtuosismo, esuberanza e tratti blues che sembrano strizzare l’occhio anche alla produzione di George Gershwin. Segue l’Adagio assai, sognante, incantato, frutto di un faticoso lavoro di composizione “due battute alla volta”, come raccontava Ravel, tenendo a modello il Larghetto del Quintetto per clarinetto e archi K. 581 di Mozart. Il terzo e ultimo movimento, Presto, riporta al virtuosismo della parte iniziale ma accentua ancor di più la spumeggiante velocità: un ritmo vertiginoso con spunti jazzistici che culmina nei quattro squillanti accordi finali.
Martha Argerich, con il suo inconfondibile tocco energico e a un tempo raffinato, la sua sensibilità timbrica, la padronanza tecnica dello strumento e il virtuosismo che non scade mai nel mero esercizio di stile, incarna tutta la brillante energia e il lirismo della composizione. Al suo fianco, uno dei più grandi direttori del Novecento, Claudio Abbado. Il sodalizio artistico e l’amicizia tra i due, conosciutisi quando la pianista aveva appena 13 anni, durò per tutta la vita. Un’intesa musicale profonda e spontanea, che dà vita ad un’esecuzione emozionante, brillante e viva, proprio nel segno delle pagine di Ravel.