Ci ha lasciati Adriana Asti (Milano, 30 aprile 1931 – Roma, 31 luglio 2025), qui la vediamo nella scena finale del “La signora Morli, una e due” commedia scritta da Luigi Pirandello nel 1920 e trasposta per la TV nel 1972. Evelina Morli, la protagonista, è scissa in due: per il marito, Ferrante Morli, è Eva, la donna con cui ha diviso un amore spensierato e felice; per l’avvocato Carpani è Lina, donna la cui rispettabilità non è scalfita dallo stato civile imperfetto.
Quando il marito, uomo irresponsabile e dilapidatore, è stato costretto a espatriare per motivi d’interesse, abbandonando moglie e figlio, è stato proprio Carpani ad accoglierla in casa, dando modo alla donna di rientrare nel ruolo di madre e moglie. Dopo quattordici anni il ritorno del marito rischia di turbare questo equilibrio. In questa sequenza finale la protagonista risolve il conflitto interiore in nome dell’amore materno, decidendo di restare con la figlia ancora bambina che nel frattempo ha avuto da Carpani (interpretato da Silvano Tranquilli).
Adriana Asti esordisce a teatro nel 1951 e ottiene il primo successo personale con una parte ne “Il crogiuolo di Arthur Miller”, diretta da Luchino Visconti, che più avanti le offrirà alcuni ruoli nei film “Rocco e i suoi fratelli” (la ragazza della lavanderia) e Ludwig (Lila Von Buliowski). Ha poi interpretato ruoli importanti al cinema e in teatro. Al cinema ricordiamo le sue interpretazioni in pellicole quali “Accattone” (1961) di Pier Paolo Pasolini, “Prima della rivoluzione” (1964) di Bernardo Bertolucci, “Il fantasma della libertà” (1974) di Luis Buñuel e “La meglio gioventù” (2003) di Marco Tullio Giordana.