“La nostra casa è la nostra lingua” dice Norman Manea nel 2004 intervistato da Luciano Minerva a Torino. Lo scrittore parla del suo libro sui clown, spiegando come il clown può essere il capo, colui che decide, ma anche il tipo normale, il perdente.
Norman Manea (Suceava, 19 luglio 1936), ebreo, fu deportato durante la Seconda guerra mondiale quando la Romania di Ion Antonescu si alleò con la Germania nazista. Tornato dopo la guerra, visse l’instaurazione del regime comunista (1947), di cui divenne critico. Nel 1986 lasciò la Romania e si stabilì in Occidente; oggi vive a New York. Nel 2002 ricevette il Premio Nonino internazionale. La sua opera principale è l’autobiografia “Il ritorno dell’huligano” (2003), che attraversa circa ottant’anni di storia legata al Novecento.