Rai Teche, in occasione dei cento anni dalla nascita di Umberto Veronesi (nato a Milano, il 28 Novembre del 1925), dedica al noto medico l’antologia “Veronesi una vita per la ricerca” (https://www.raiplay.it/programmi/veronesiunavitaperlaricerca).
Una raccolta di testimonianze e di interviste targate Rai con il grande scienziato, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dal 1976 al 1994 e successivamente fondatore e direttore scientifico emerito dell’Istituto europeo di oncologia. La carriera di Veronesi è stata imperniata sulla incessante ricerca di cure per il cancro con un occhio rivolto sempre alla necessità della prevenzione praticata agendo sugli stili di vita.
Significativo poi il suo sforzo costante di rendere meno traumatico il rapporto con la malattia sul piano psicologico, agendo sulla divulgazione di scoperte e conoscenze al grande pubblico e sulla pratica di terapie ed interventi chirurgici che aumentassero l’aspettativa di vita salvaguardando il più possibile la dignità e l’integrità fisica dei pazienti.
Tra i contributi proposti nell’antologia spicca l’intervista di Corrado Augias con Umberto Veronesi per la trasmissione “Babele” in cui lo scienziato evidenzia la necessità di combattere il fumo come primo passo per la riduzione dell’incidenza dei tumori al polmone, approfondendo tematiche legate alla prevenzione ed alle tecniche chirurgiche per la cura dei tumori femminili.
Interessante anche il dialogo con Corrado Augias nella trasmissione “Le storie: diario italiano” sui temi trattati nel libro “Dell’amore e del dolore delle donne” che indaga molti aspetti della natura, dell’affettività e della sessualità femminile con particolare riguardo alle sfide della diagnosi e della chirurgia per la cura dei tumori femminili.
Ospite del programma “Che tempo che fa” di Fabio Fazio Veronesi affronta il difficile tema del testamento biologico e dell’eutanasia esprimendo il suo convinto sostegno alla libertà di scelta individuale dei pazienti fino alla fine, posizioni ribadite anche in occasione della presentazione del volume “Il diritto di non soffrire” sempre nel programma “Che tempo che fa”, ancora in difesa della libertà di scelta per i pazienti malati gravi che devono vedere rispettati i propri diritti e le proprie volontà in materia di cure ricevute e diritto alle terapie del dolore.
Un modo per ricordare un medico ed un uomo di scienza che ha espresso sempre il desiderio di comunicare in modo semplice con il grande pubblico per diffondere la conoscenza e la consapevolezza della possibilità di una cura grazie all’incessante lavoro della ricerca.



