Rai Teche ha completato il restauro del documentario di Pier Paolo Pasolini “Appunti per un film sull’India” del 1967 che propone qui in versione rinnovata. Il recupero è stato fatto a partire da pellicole di 16mm che sono state trattate per ridurre polvere e impurità. Righe e macchie di muffa sono state corrette digitalmente, così come la regolazione del colore ha permesso di mitigare la variazione verso il rosso dovuta all’usura del supporto. Il sonoro è stato trattato con tecniche digitali per la riduzione del rumore, l’equalizzazione e la ricostruzione dell’audio.
Pier Paolo Pasolini si recò in India (a Bombay, Nuova Delhi e negli Stati di Uttar Pradesh e Rajasthan) per verificare la realizzabilità di un film inchiesta, destinato alla rubrica televisiva Tv7, intrigato da uno spunto suggeritogli dall’amica Elsa Morante: il mito indiano di un maharaja che, alla vista di un tigrotto affamato, sceglie di offrirsi a lui in sacrificio per sfamarlo, con la conseguenza di abbandonare la sua famiglia e lasciarla in estrema povertà, costretta a vagare per l’India come nomade alla ricerca di cibo.
Il grande interrogativo del regista sorto dopo aver sentito questa storia era stato: sarebbe oggi accettabile per un indiano, soprattutto per un mistico o per un religioso, offrirsi in sacrificio per sfamare un tigrotto affamato?
Il risultato dei sopralluoghi e delle ricerche è stato il documentario poi presentato alla Mostra del Cinema di Venezia Appunti per un film sull’India.
Attraverso questo reportage Pasolini giunge all’idea di un nuovo film, da realizzare in diverse aree geografiche, tra i paesi del Terzo mondo, intitolato Pagine per un poema sul Terzo mondo, di cui afferma, con la solita preveggenza che caratterizza le sue riflessioni:
“Il film sull’India è fondato su un problema fondamentale ma in un certo senso generico: la fame. Mentre questi altri film abbandonerebbero questa vastità di interesse, che è generico e approssimativo, e affronterebbero problemi particolari: per esempio la ricerca nel mondo arabo avrebbe un tema preciso, il conflitto tra Israele e il Terzo mondo arabo, mentre la ricerca negli Stati Uniti considererebbe un possibile film sulla biografia di Malcolm X, e allora tenderebbe ad appurare quanto i neri d’America sono consapevoli di essere i leader di un movimento rivoluzionario particolare dell’intero Terzo mondo, eccetera…”.
Durante le riprese insieme alla troupe c’era anche il regista radiofonico Romano Costa che aveva il compito di realizzare un parallelo documentario radiofonico, disponibile sul sito di Rai Teche, dal titolo In India con Pier Paolo Pasolini. Appunti per un film. Costa, munito di registratore Nagra, ha seguito Pasolini realizzando i 50 minuti di quello che viene definito un “montaggio libero di voci e ambienti indiani”, raccogliendo le osservazioni di Pasolini e soprattutto i suoi non sempre facili, anzi per lo più fallimentari, tentativi di intervistare la popolazione locale per ottenere risposte su temi delicati quali l’eccessiva crescita demografica e i tentativi politici di arginarla, l’industrializzazione e l’occidentalizzazione dell’India.
Il documentario radiofonico rappresenta allora una sorta di dietro le quinte del film, dà voce a ciò che poi le immagini hanno compensato senza dire, probabilmente per mancanza di risposte.