Rai Teche festeggia gli ottant’anni del maestro Gianni Amelio (Magisano, 20 gennaio 1945) pubblicando su RaiPlay “Il piccolo Archimede”, capolavoro televisivo del grande regista.
Realizzato nel 1979 e trasmesso per la prima volta il 7 marzo 1980 sul secondo canale nell’ambito del ciclo “Novelle dall’Italia”, il film TV è un adattamento sceneggiato dallo stesso Amelio dell’omonimo racconto di Aldous Huxley: la storia dell’incontro, nella Toscana degli anni ’30, tra la famiglia dello studioso inglese Alfred Heines (John Steiner) e il piccolo Guido (Aldo Salvi), figlio di contadini sul cui innato talento per la musica e la matematica si appuntano però anche le mire della ricca signora Bondi (Laura Betti, premiata al Festival di San Sebastián).
Un’opera di rara sensibilità e profondità, nella quale si intrecciano già alcuni temi ricorrenti della successiva produzione cinematografica di Gianni Amelio, come l’innocenza e la complessità dei rapporti tra infanzia e mondo adulto. Titoli come “Colpire al cuore” (1983, primo film per il grande schermo del cineasta), l’acclamato “Il ladro di bambini” (1992) o “Le chiavi di casa” (2004) sono lì infatti a testimoniare la rispettosa attenzione di quest’autore verso i giovanissimi, in particolare nel loro relazionarsi contrastato con figure di tipo paterno.
Lo sguardo inimitabile della cinepresa di Amelio, capace di mettere insieme rigore e partecipazione, delicatezza e affetto, ha prodotto negli anni film entrati ormai nella storia di cinema italiano, da “Porte aperte” (1990) a “Lamerica” (1994), da “Così ridevano” (1998) a “La stella che non c’è”, fino ai più recenti “Hammamet” (2020), “Il signore delle formiche” (2022) e “Campo di battaglia” (2024). È da rimarcare, però, che questa straordinaria carriera affonda le sue radici in una solida esperienza nell’ambito della nostra televisione pubblica: è proprio nel contesto della programmazione dei cosiddetti “Sperimentali per la TV”, proposti dalla Rai nei primi anni ’70, che il regista calabrese ha iniziato a farsi conoscere, prima con il mediometraggio “La fine del gioco” e poi con “La città del sole” (1973, dal celebre trattato del filosofo Tommaso Campanella), seguiti da “Effetti speciali” (1978), “La morte al lavoro” (1978) e “I velieri” (1983).
Particolarmente degni di nota, tra i frutti del lavoro televisivo di Amelio, sono poi il documentario “Bertolucci secondo il cinema” (1976), realizzato sul set del film “Novecento”, e lo sceneggiato in due puntate “I ragazzi di via Panisperna” (1990), sul gruppo di giovani fisici guidati da Enrico Fermi nella Roma degli anni tra le due guerre. Entrambi i prodotti sono già disponibili su RaiPlay all’interno del catalogo Teche e vanno ad arricchire l’offerta dedicata al Maestro per il suo compleanno.
Infine, un’ulteriore chicca d’archivio recuperata per l’occasione è il breve extra che accompagna “Il piccolo Archimede”, un servizio della durata di poco più di dieci minuti dal titolo “Undici immigrati”: firmato per la rubrica sportiva “Sprint” da un Amelio poco più che ventenne nel 1967, durante la sua gavetta cinetelevisiva, è un originale reportage dalla propria terra d’origine incentrato sulle vite dei calciatori del Catanzaro, tutti settentrionali trapiantati in Calabria in anni in cui la vera migrazione di massa era ovviamente quella dal Sud al Nord del nostro Paese.