Il 19° Premio Italia (Ravenna, 1967) assegna all’originale televisivo “La madre di Torino” di Gianni Bongioanni e Lucilla Laks, un premio alla migliore opera drammatica televisiva. Il film va in onda sul Programma Nazionale televisivo l’11 aprile 1968 e viene distribuito con successo a molte emittenti televisive internazionali. Il film è disponibile su RaiPlay e in onda su RaiStoria il 3 marzo 2025 nell’ambito della rassegna “Mai + trasmessi”.
La sceneggiatura della Madre di Torino è ispirata a un fatto di cronaca e alle circostanze che lo hanno determinato. A Torino negli anni Sessanta, tra corso Peschiera e corso Francia, un bambino gioca sul terrazzo di casa mentre la madre è occupata nelle sue faccende domestiche. Nell’impeto dei giochi, il bambino scavalca la balaustra del balcone di casa rimanendo sospeso nel vuoto. La madre prova a soccorrerlo afferrandolo per le mani ma è incapace di risolvere la situazione. Intrappolati entrambi in un congegno di tralicci, amore, angoscia e terrore, madre e figlio rimangono per ore bloccati in una posizione precaria e difficile fino all’arrivo dei soccorritori.
Con Lucia Catullo nei panni della madre e Roberto Trevisio in quelli del figlio e con Carlo Enrici e Gualtiero Boninsegni, l’originale televisivo è diretto dallo stesso Bongioanni, autore di film inchiesta, tutti realizzati per la televisione, come Filo d’erba, Svolta pericolosa. L’intento narrativo di La madre di Torino è quello di ricostruire una minuta storia familiare e cittadina su due linee che si incrociano continuamente. L’indagine sui sentimenti dei protagonisti si estende fino a includere le implicazioni sociologiche del vivere in città, in un organismo urbano vincolato alla condizione industriale, dove la prima solitudine, la più dolorosa, è quella dei bambini la cui vitalità non trova spazi per esprimere la propria energia e li isola e li confina in aree esigue e marginali.