A venticinque anni dalla scomparsa di Vittorio Gassman (Genova, 1º settembre 1922 – Roma, 29 giugno 2000), le Teche Rai celebrano il genio del “Mattatore” rendendo disponibile su RaiPlay l’originale e sorprendente miniserie del 1985 “Cinecittà Cinecittà”, che lo vede protagonista assoluto sotto la direzione del regista Vittorio De Sisti.
A metà strada tra il varietà, lo sceneggiato e il documentario, le cinque puntate propongono un viaggio giocoso e dissacrante nei celebri studi cinematografici di via Tuscolana a Roma, raccontati da un volto-simbolo del grande schermo come Gassman, capace di evocare la magia e le contraddizioni della “Hollywood sul Tevere” con il suo multiforme talento.
Per il Maestro si tratta infatti di un ritorno al virtuosismo interpretativo delle sue irresistibili gallerie di personaggi più o meno “mostruosi”, fatti conoscere prima a teatro (“I tromboni”, 1957), poi in televisione (“Il Mattatore”, 1959) e infine anche al cinema (appunto “I mostri”, 1963). Il gusto per la trasformazione di Gassman dà qui vita ad un caleidoscopio di figure surreali e grottesche estratte dal rigoglioso sottobosco cinematografico: dal mago degli effetti speciali al cascatore fallito, dal volgare regista con tanto di visiera e megafono all’aspirante attore disposto a tutto pur di farsi notare, in una vorticosa giostra di maestranze, artistoidi e varia umanità.
C’è tanta (auto)ironia in questi ritratti e nel più vasto affresco offerto da “Cinecittà Cinecittà”, anche se prevalgono i toni affettuosi e si avverte qua e là un pizzico di nostalgia per il glorioso passato del nostro cinema, omaggiato con una narrazione che mescola realtà e finzione com’è proprio della settima arte. Alle rutilanti apparizioni degli “alter ego” di Gassman si alternano quindi le partecipazioni di tanti nomi importanti del mondo della celluloide, più o meno nel ruolo di sé stessi: l’ospite fissa Jane Birkin, che canta il brano “Quoi” sui titoli di coda, ma pure Marcello Mastroianni e Fanny Ardant, Dalila Di Lazzaro e Sydne Rome, Miou-Miou e Serge Reggiani, oppure i registi Ettore Scola, Dino Risi, Luigi Magni e Sergio Corbucci.
In alcuni casi ai toni comici e parodistici si affiancano addirittura alcuni spunti di riflessione, sebbene virati sempre in chiave ridanciana: si veda la “tavola rotonda” moderata da Gassman nella quarta puntata sulla contrapposizione tra film d’autore e film di serie b, alla quale prendono parte tra gli altri Anna Maria Rizzoli, Alvaro Vitali, Bombolo, Renato Nicolini, Michela Miti, Enrico Ghezzi e Mario Merola; oppure il confronto che coinvolge amici “cinematografari” e gente dello spettacolo a conclusione della serie, con tanto di quiz finale.
Scritto da Roberto Lerici, Mario Prosperi, Jérôme Savary e Bernardino Zapponi, “Cinecittà Cinecittà” si presenta ancora oggi come un bizzarro esperimento, dove al travolgente carisma del mattatore Gassman fanno da contraltare gli elementi più tipici dello show televisivo, dagli sketch agli intermezzi musicali. C’è spazio perfino per i balletti di Sharon e Karen Owens, con le coreografie di Brad Flanagan, mentre la colonna sonora è curata dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis, i celebri Oliver Onions.
L’offerta delle Teche Rai dedicata a Vittorio Gassman è completata da altre perle d’archivio già presenti su RaiPlay, a partire ovviamente dall’indimenticabile “Il Mattatore” per arrivare ai numerosi adattamenti teatrali realizzati dall’attore per la televisione pubblica e raccolti nell’antologia “Teatro Gassman”.