L’8 ottobre 1965 andava in onda la prima puntata di “Scaramouche“, il primo teleromanzo musicale della televisione italiana. Realizzato e trasmesso dal Programma Nazionale. Lo sceneggiato segnò una svolta nella storia della fiction Rai, unendo narrazione, musica e danza in un unico formato televisivo.
A sessant’anni dalla sua messa in onda, Scaramouche resta una pietra miliare nella sperimentazione linguistica e artistica del servizio pubblico, testimoniando la capacità della Rai di coniugare cultura, intrattenimento e innovazione. Protagonista assoluto della serie è Domenico Modugno, che firma anche le musiche originali dello sceneggiato. Le sue canzoni — alcune inedite — accompagnano le avventure di Tiberio Fiorilli, l’attore seicentesco noto come Scaramouche: maschera napoletana dal carattere millantatore, seduttore e attaccabrighe. Lo affiancano nel cast Elsa Vazzoler, Luigi Porelli, Carla Gravina, Enzo Garinei, Raffaella Carrà e Loretta Goggi.
Le partiture musicali, arrangiate da Franco Pisano, che diresse anche l’orchestra, sono affiancate dai brani curati dal maestro Nello Ciangherotti, in una sintesi perfetta di sonorità colte e popolari. I balletti, coreografati da Gisa Geert con la collaborazione di Rocco Leggieri, e interpretati dai primi ballerini Umberto Pergola e Angelo Pietri, conferiscono alla produzione un ritmo scenico inedito per l’epoca.
Liberamente ispirato alla vita dell’attore Tiberio Fiorilli e alla maschera teatrale di Scaramuccia, lo sceneggiato è ambientato nel XVII secolo e articolato in cinque puntate, registrate tra aprile e maggio del 1965. Scaramouche fonde racconto storico e invenzione teatrale, con scenografie e costumi che ricreano l’atmosfera barocca delle corti europee.
Il termine “teleromanzo musicale”, riportato nella sigla di apertura, definisce perfettamente la natura ibrida dell’opera: una fiction in costume arricchita da intermezzi musicali e coreografici, che anticipa di decenni la commistione di generi oggi comune nelle produzioni audiovisive.