In ricordo di Emilio Fede (Barcellona Pozzo di Gotto, 24 giugno 1931 – Segrate, 2 settembre 2025), Rai Teche propone una serie di contenuti di archivio a lui dedicati. A partire dal servizio del 1961 sui lavori del Traforo del Monte Bianco in cui intervista ingegneri, operai, autisti e cuochi sulla vita quotidiana nel cantiere (nel video un estratto).
Nato a Barcellona Pozzo di Gotto, cresciuto a San Piero Patti e poi trasferitosi a Roma dopo la guerra, Emilio Fede conseguì la maturità classica e iniziò la carriera giornalistica sulla carta stampata per iniziare a collaborare con la Rai nel 1958. Dal 1961 lavorò in esclusiva per l’azienda.
A proposito del traforo del Monte Bianco, Emilio Fede si occupò nel 1959 di un servizio sull’inizio dei lavori, mostrando le prime immagini della galleria che le squadre di operai stavano iniziando a scavare alternandosi al lavoro giorno e notte.
Sempre di quel periodo in Rai è il servizio per la prima puntata di “Sprint” del 1965 “I solitari del Cervino” sulle guide alpine. Fu inviato speciale in Africa e successivamente collaborò con Sergio Zavoli nella trasmissione d’inchiesta TV7, firmando servizi di forte impatto giornalistico, ad esempio “La bistecca col doping” del 1968 in cui racconta il fenomeno delle iniezioni praticate sul bestiame per far ingrassare più velocemente gli animali e poterne trarre maggiori ricavi.
Nel 1967 realizzò “Ritorno a Firenze” servizio speciale del telegiornale a distanza di quattro mesi dalla terribile alluvione del 4 novembre. Del 1969 è il suo reportage su “I braccianti di Avola” in cui enuncia le dure condizioni dei braccianti locali, costretti a lunghissimi turni per il raccolto ed ampiamente sottopagati.
Nel marzo 1973 si occupò della strage compiuta da “Settembre nero” in Sudan presso l’ambasciata dell’Arabia Saudita a Khartoum nella quale persero la vita Cleo Noel, ambasciatore statunitense in Sudan, George Curtis Moore, vice della stessa missione, Guy Eid, incaricato d’affari belga.
Dal 1976 al 1981 condusse il TG1, presentando la prima edizione a colori nel 1977. Di quel periodo sono lacuni drammatici servizi del rapimento di Aldo Moro del 1978, disponibili qui di seguito.
La notizia di apertura del Tg1 della sera del 20 marzo 1978: “Ritrovata la quarta auto, una 126 blu del commando delle brigate rosse, che ha rapito l’Onorevole Moro dopo aver massacrato la sua scorta”.
Nel telegiornale del 22 marzo 1978, Emilio Fede lancia un servizio di Adalberto Manzone che notifica, a palazzo Chigi, la riunione di esperti per discutere le misure di carattere legislativo con le quali ci si propone di giungere ad un più efficace coordinamento delle forze dell’ordine.
A otto giorni dal rapimento Moro, il Tg1 condotto da Emilio Fede lancia un servizio che ricostruisce il percorso delle indagini, le ipotesi degli investigatori. Seguono servizi sulla presa di posizione delle donne dell’UDI e sulla visita del presidente Leone alla moglie di Moro, Eleonara Chiavarelli.
Nel 1981 divenne direttore del Tg1, guidando la testata per due anni. Il rapporto con la Rai si interruppe nel 1987, da quel momento iniziò la sua lunga carriera nelle reti private, fino alla direzione del TG4, che lo rese un volto televisivo popolare.