Le Teche Rai festeggiano gli 80 anni di Bruno Vespa (L’Aquila, 27 maggio 1944) pubblicando su RaiPlay la collezione “Bruno Vespa: una vita per il giornalismo” che raccoglie materiali d’archivio dedicati a uno dei volti più rappresentativi del servizio pubblico. Nel video un brano vissuto sicuramente con particolare intensità dall’autore: il servizio d’apertura dello speciale “Porta a porta” del 6 aprile 2009 sul terremoto dell’Aquila, firmato da un anchorman tornato per una volta semplice cronista dinanzi alle macerie della sua città.
La lunga e brillante carriera di Vespa viene ripercorsa attraverso servizi, interviste, scoop e programmi d’approfondimento da lui realizzati in oltre cinquant’anni di giornalismo televisivo.
Dal suo debutto come giovane cronista all’approdo alla direzione del Tg1 (1990-1993), fino alla definitiva affermazione come conduttore e autore dell’ormai ultraventennale successo di “Porta a porta”, Bruno Vespa ha raccontato le vicende italiane e internazionali con rigore e passione costanti, fatto dopo fatto, notizia dopo notizia.
Tutti lo ricordiamo alla guida delle drammatiche edizioni straordinarie che seguirono sulla prima rete Rai il rapimento e poi il ritrovamento del corpo di Aldo Moro, ad aprire e chiudere quei tragici 55 giorni del sequestro nel 1978. Ma a quella data Vespa aveva già realizzato almeno due pezzi destinati a restare nella storia del giornalismo, ovvero l’intervista all’allora arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla realizzata alla fine del 1977 o quella al militare e uomo politico portoghese José Sanches Osorio alla vigilia di un fallito colpo di Stato di cui era fra gli artefici.
Gli incontri del giornalista con personaggi di primo piano della vita politica, culturale ed economica sono del resto una parte considerevole della raccolta, e presentano nomi come Franco Zeffirelli, Gianni Agnelli, Michail Gorbačëv e Romano Prodi, o addirittura figure controverse come Mu’ammar Gheddafi, ospite della trasmissione “Ping Pong” nel 1981, e Saddam Hussein, al centro di una “Serata Tg1” all’inizio del 1991. La conversazione con il dittatore iracheno fu in particolare un vero e proprio scoop, trattandosi dell’unica intervista con un giornalista italiano nei mesi della prima guerra del Golfo.
Ci sono poi i tanti temi scottanti che la televisione di Vespa, ben prima degli speciali di “Porta a porta”, ha affrontato nel tempo, dai rischi corsi dagli agenti di polizia negli “anni di piombo” alla diffusione del problema della droga nel decennio ’80. Non si può dimenticare, inoltre, la cronaca attenta di alcuni dei momenti più significativi della storia del nostro Paese, dalla gioia per la vittoria dell’Italia sulla Germania ai Mondiali di calcio del 1970 allo strazio del 2 agosto 1980: fu proprio Vespa a dare in diretta la notizia che l’esplosione alla stazione di Bologna era stata con ogni probabilità originata da una bomba, mostrando al Tg1 della notte le immagini della buca aperta dalla deflagrazione. Anche le clamorose dimissioni di Antonio Di Pietro dalla magistratura alla fine del 1994 furono un altro evento colto grazie all’infallibile istinto del giornalista per la notizia, in una memorabile edizione-fiume del telegiornale.
Venendo ad anni più recenti, è ovviamente lo straordinario riscontro di pubblico di “Porta a porta” ad aver consacrato Vespa nel panorama dell’informazione televisiva italiana. Nello studio-salotto del programma, definito per la sua centralità nella vita pubblica nazionale la “terza Camera”, si sono susseguiti passaggi importanti del confronto politico: su tutti, forse, una pagina decisamente inedita nella storia delle campagne elettorali, la firma del “contratto con gli italiani” da parte di Silvio Berlusconi l’8 maggio 2001, alla vigilia del voto per il nuovo Parlamento.