Sei filmati d’archivio, sei come le facce del celebre poliedro inventato da Ernő Rubik: questa l’offerta antologica, dal titolo “Un cubo di nome Rubik” pensata da Rai Teche per festeggiare i cinquant’anni dal brevetto del “cubo magico” più popolare del mondo.
Il 30 gennaio 1975 è ricordato infatti come il giorno in cui il geniale inventore ungherese presentò la domanda di registrazione per la sua multicolore creatura geometrica. L’idea gli era venuta nei mesi precedenti, nell’ambito dell’attività come docente di architettura presso l’istituto universitario d’arte applicata e design Moholy-Nagy di Budapest.
Solo pochi anni dopo, a partire dal 1980, il “Magic Cube” (“bűvös kocka” in magiaro) venne commercializzato in occidente con il nome “Cubo di Rubik”, incontrando uno strepitoso successo a livello mondiale. Considerato da molti il giocattolo più venduto di sempre, questo affascinante rompicapo o “twisty puzzle” è stato per almeno un decennio un vero e proprio fenomeno di costume, a suo modo intergenerazionale, anche se particolarmente in voga tra i giovanissimi. Già nel marzo 1981 si tennero le prime competizioni di “speedcubing”, disciplina sportiva consistente nella risoluzione del cubo nel minor tempo possibile, così come quasi subito furono pubblicati numerosi libri sul tema.
L’oggetto non è mai passato veramente di moda ed ha anzi vissuto un rilancio dopo il 2000, favorito tra l’altro dalle comunità di appassionati sorte su internet. Si può dire però che l’esplosione della vera e propria “cubo-mania” sia concentrata tra il 1981 e il 1983: i materiali proposti nella collezione delle Teche ci riportano esattamente a quel periodo e raccontano la rapida diffusione del gioco anche in Italia.
In occasione di due diverse visite di Ernő Rubik nel nostro Paese furono ad esempio realizzati alcuni servizi che mostrano l’entusiasta accoglienza riservata all’inventore. Nel gennaio 1982 Rubik arrivò a Milano per la gioia dei fan del cubo, soprattutto ragazzi, rilasciando più interviste davanti alle telecamere Rai e presentando il proprio lavoro insieme a Enzo Tortora nel corso di un evento al Circolo della Stampa. Il suo ritorno in Italia nell’autunno dello stesso anno, questa volta a Roma, diede invece la possibilità alla rubrica d’approfondimento del Tg1 “Tam Tam” di realizzare un mini-documentario con il designer e architetto ungherese, che ebbe modo di chiarire gli aspetti “magici” dell’invenzione. Rubik venne inoltre seguito nei suoi incontri con estimatori grandi e piccoli, ma anche con studenti e docenti dell’Istituto tecnico “Arangio Ruiz” e dell’Università “La Sapienza”, interessati a confrontarsi con lui sulle implicazioni logiche e matematiche della sfida mentale rappresentata dal poliedro.
Ancora una volta, l’archivio delle Teche Rai torna a proporre un viaggio di (ri)scoperta del ricco immaginario trasmesso dal nostro passato: uno sguardo affascinante e approfondito su un piccolo oggetto in bilico tra scienza e pop, diventato un’icona planetaria della creatività e dell’ingegno.