Un’antologia delle apparizioni di Carmelo Bene come ospite di trasmissioni televisive targate Rai: “Carmelo Bene Talk Show“. Occasioni nelle quali con la sua ironia tagliente, le sue riflessioni argute e le sue provocazioni consente a milioni di spettatori di conoscere il suo genio irriverente. Come nel caso della sua affermazione sul cinema come “arte morta sul nascere” intervistato nel 1988 da Daniele Formica a “Cinema che follia” (nel video un estratto).
Si va dalle apparizioni negli anni 60 in cui veniva definito “Un giovanotto magro, nervoso, spiritato che viene dalla Puglia”, fino agli anni ’90 con le sue partecipazioni a “Il laureato bis” e ai programmi sportivi. Nel mezzo le ospitate iconiche a “Domenica in” nel 1978 o ad “Acquario” di Maurizio Costanzo nel 1979, fra quelle che più hanno acceso gli animi dei telespettatori.
Carmelo Bene (Campi Salentina, 1º settembre 1937 – Roma, 16 marzo 2002) debutta nel 1959 con “Caligola” e avvia un teatro radicale e scandaloso, segnato da provocazioni, denunce e una creatività ossessiva nel dirigere se stesso. L’incontro con Joyce e l’amicizia con figure come Pasolini, Braibanti e Bussotti ne orientano l’estetica; tra 1967 e 1973 si dedica anche a opere cinematografiche il cui culmine è “Nostra Signora dei Turchi” (Leone d’Argento), mentre in scena costruisce i suoi celebri “Amleto”, “Pinocchio”, “Romeo e Giulietta”, S.A.D.E., fino alla “macchina attoriale” e alle letture-concerto (memorabile la Lectura Dantis del 1981). Negli anni Ottanta e Novanta alterna successi, apparizioni televisive e progetti internazionali. Nel 2000 istituisce la fondazione “L’Immemoriale”; muore nel 2002, lasciando eredità artistiche contese e un mito fatto di scandalo, rigore formale e rivoluzione della voce e del corpo dell’attore.