“Canto anche se sono stonato”, Lelio Luttazzi si esibisce nel 1961 a Studio uno mostrando la sua anima swing e le sue capacità da showman. Compositore minuzioso, capo orchestra innovativo, cantante per caso e pianista per vocazione, attore, scrittore e regista. Nato cento anni fa, il 27 aprile 1923, è stata una delle figure più rappresentative del periodo in cui musica, teatro, cinema e televisione parlavano un linguaggio comune.
Per il centenario della sua nascita, il documentario “Souvenir d’Italie” – titolo di una delle sue canzoni di fama internazionale – racconta la sua incredibile vicenda professionale. Scritto e diretto da Giorgio Verdelli, coprodotto da Rai Documentari e MAD Entertainment con il contributo di Rai Teche, è disponibile su RaiPlay.
“Souvenir d’Italie” è il racconto di un grande artista ma anche di una vicenda umana mai troppo approfondita ed esaminata. Forse proprio per l’estrema signorilità e riservatezza di questo “portatore sano di smoking”, come lo definì Enrico Vaime. Scavando tra le foto, i programmi, i film e l’immenso catalogo delle edizioni musicali delle sue opere, il docufilm è impreziosito dalle performance vocali e strumentali di grandi nomi del jazz italiano. La narrazione si completa con le testimonianze degli artisti, della figlia Donatella e della moglie, Rossana Luttazzi, di cui vediamo un intenso estratto qui di seguito.
Lelio Luttazzi ha composto brani come Una zebra a pois, cantata da Mina; Vecchia America per il Quartetto Cetra; Eccezionalmente, sì per Jula de Palma; You’ll say tomorrow registrato da Sophia Loren.
È stato autore delle colonne sonore dei film di Totò e Peppino come “Totò, lascia o raddoppia?” (1956); “Totò, Peppino e la malafemmina” (1956); “Peppino, le modelle e chella là” (1957) e “Gambe d’oro” (1958). Di capolavori del cinema italiano come “Venezia, la luna e tu” (1958) di Dino Risi e “Risate di gioia” (1960) di Mario Monicelli.
Negli anni Sessanta è stato attore ne “L’avventura” (1960) di Michelangelo Antonioni, “L’ombrellone” (1965) di Risi e nel film a episodi “I complessi” (1965).
Nel 1965 e 1966 conduce Studio uno accanto a Mina e alle Gemelle Kessler. Il successo arriva nel 1967 con la trasmissione radiofonica “Hit parade”, un appuntamento immancabile per la maggioranza degli italiani.
Nel giugno del 1970 è vittima di un clamoroso errore giudiziario: viene arrestato insieme a Walter Chiari con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Rilasciato dopo venticinque giorni di carcere, il 22 gennaio 1971 sarà prosciolto dalle accuse. Un errore che ferì una persona integerrima e geniale mai realmente “risarcita” dai media, anche per il suo estremo pudore.